Rovigo

Coldiretti: "Il fotovoltaico che ci piace è quello che tocca il cielo, non la terra"

I proponenti hanno confermato che l'impianto porterà al blocco delle colture intensive di mais, soia, e frumento.

Coldiretti: "Il fotovoltaico che ci piace è quello che tocca il cielo, non la terra"
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“Il fotovoltaico che ci piace è quello che tocca il cielo, non la terra” con questo slogan i nostri agricoltori mostrano il loro selfie con i propri pannelli fotovoltaici.

Fotovoltaico sì ma non a terra

Su tetti delle aziende, sulle stalle e sulle proprie abitazioni, ma poco e niente a terra, perché la terra è sacra e non va sprecata. La battaglia di Coldiretti Rovigo va avanti, tramite i soci, in primis, ma anche tramite la comunità, a maggior ragione dopo la presentazione del progetto che investirà la città di Rovigo.

Alla posizione dell’associazione Coldiretti si è unito in settimana il comitato “Mamme Zero consumo suolo” e sono altri i soggetti che si sono presentati sabato al mercato di Campagna Amica per firmare e appoggiare la protesta. Parallelamente, si sono unite le forze delle altre Coldiretti del Veneto, perché quello che si sta vedendo a Rovigo potrebbe toccare anche le altre province. Coldiretti Rovigo ricorda che negli uffici regionali sono depositati numerosi progetti simili a quelli di Loreo, ma la nostra provincia è quella che fa più gola. Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo:

“Di fotovoltaico se ne parla da tanti anni ma ci sono soluzioni intelligenti e compatibili, mentre alcuni progetti che ho visto sono scellerati. Proprio giovedì è stato presentato pubblicamente quello che dovrebbe sorgere a Boara Polesine per un’estensione di 66 ettari interamente su terreno agricolo”.

Consumo di suolo agricolo

Lo scetticismo della Coldiretti, oltre che sulla buona riuscita delle coltivazioni, riguarda appunto il consumo di suolo agricolo nonostante l’ampia disponibilità di altre superfici che possono essere usate.

“La terra è la cosa più preziosa che abbiamo, ma non tutti sono d’accordo. Senza citare tutti i riflessi negativi in termini paesaggistici e ambientali, l’orrore di questi parchi è dovuta alla loro estensione, ma anche la conformazione con vele alte circa 5/6 metri. Intere aree rurali diventeranno interamente artificiali, in lungo e in largo: è questo quello che vogliamo lasciare ai nostri figli? Questo significa togliere un pezzo di verde a tutte le famiglie non solo ai giovani agricoltori, che si vedono sottrarre suolo per coltivare o allevare. La nostra è una protesta civica che vuole coinvolgere tutti i fruitori della bellezza del paesaggio rurale, essendo quello polesano uno dei pochi rimasti in Veneto”.

Salvan ha concluso:

“Multinazionali da ogni dove hanno messo gli occhi sul nostro territorio. La Shell Gas& Power, con sede nei Paesi Bassi, è coinvolta nel progetto di Loreo, società inglesi in altri presentati: siamo sicuri abbiano a cuore il Polesine o solo l'azionariato di riferimento? Nel caso di Rovigo poi, i proponenti affermano senza pudore che l'impianto porterà al blocco delle colture intensive di mais, soia, e frumento. Immaginiamo anche le pedalate in bici all'ombra dei pannelli: è questo il Polesine che vogliamo? Il rischio è che, in attesa dell’approvazione del progetto di legge 41 depositato in Consiglio del Veneto che individua le zone idonee agli impianti, siano molte altre le superfici interessate a questo scempio del territorio chiedo a tutti i cittadini polesani se sono d’accordo ad assistere a questa devastazione che è uno schiaffo morale per chi ama il proprio territorio e per chi ci lavora rispettando la natura”.

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