Dopo il granchio blu, una nuova minaccia per i pescatori: la mucillagine invade le coste di Po della Pila
Tra le 3 e le 30 miglia da Caorle a Pila, si possono vedere grandi chiazze color fango che si stagliano sull'azzurro del mare
Dopo il granchio blu, una nuova minaccia per i pescatori si affaccia sulle coste venete. Ora, a rendere impraticabile la pesca a strascico, c'è anche la mucillagine.
Nuova minaccia per i pescatori, la mucillagine invade le coste venete
Segnalata nell'Alto Adriatico, la mucillagine è scesa al largo delle coste venete soprattutto nella zona del Po di Pila, a Porto Tolle.
Tra le 3 e le 30 miglia da Caorle a Pila, si possono vedere grandi chiazze color fango che si stagliano sull'azzurro del mare. Queste chiazze sono esteticamente sgradevoli, oltre a essere particolarmente appiccicose e così pesanti da rompere le reti.
Il fermo pesca obbligatorio scatterà il 31 luglio 2024, ma resistere fino ad allora è una sfida per i pescatori che devono fare i conti con questa nuova minaccia.
Le analisi dell'Arpav
I monitoraggi Arpav di venerdì 21 giugno 2024 hanno confermato la presenza di mucillagine anche nell'Adriatico veneto, come già rilevato nei giorni precedenti.
Davanti al Po di Pila, è stata individuata una striscia di mucillagine perpendicolare alla linea di costa, larga circa 2 metri e lunga circa 500 metri, accumulata lungo il fronte di corrente. Nei restanti litorali sono state rilevate chiazze sparse e meno dense di materiale mucillaginoso, già in fase di degradazione.
Le riprese con la telecamera subacquea lungo la colonna d’acqua hanno mostrato la presenza di aggregati mucillaginosi come fiocchi, macrofiocchi e filamenti in tutte le stazioni, ma il fondale è risultato ovunque pulito. In particolare, nelle stazioni più al largo di fronte ai litorali di Jesolo, Sottomarina, Isola Verde, Albarella e davanti al Po di Pila, sono stati rilevati aggregati più consistenti come ragnatele e nuvole.
I valori dei rilevamenti chimico-fisici effettuati con una sonda multiparametrica sono risultati tipici del periodo, con la presenza di termoclino lungo tutta la costa. Tuttavia, i valori di salinità superficiale sono risultati bassi anche nelle stazioni più distanti dalla costa.
Le abbondanti piogge recenti, attraverso gli apporti fluviali, hanno arricchito il mare di nutrienti, e insieme alle alte temperature, hanno probabilmente favorito la proliferazione di specie di fitoplancton che possono secernere sostanze mucose come parte di un processo fisiologico naturale.
Le analisi del fitoplancton al microscopio non hanno rilevato fioriture in corso; gli aggregati mucosi, già in fase di degradazione, derivano probabilmente da una fioritura macroalgale passata.
Cos'è la mucillagine
Le mucillagini sono ampie chiazze di materiale grigiastro e giallognolo che galleggiano sul mare e talvolta raggiungono la riva. Questi aggregati di sostanza organica sono costituiti da molecole di acqua, sali inorganici e zuccheri, prodotti per "essudazione" da microalghe e batteri.
Il processo di formazione delle mucillagini si svolge in diverse fasi. Inizialmente, lungo la colonna d’acqua si formano piccole falde diafane, conosciute come "neve marina". Successivamente, queste si aggregano in ammassi più voluminosi, formando filamenti, nastri, ragnatele e macroaggregati che ricordano le nuvole. I gas prodotti dai microorganismi al loro interno fanno sì che il materiale salga in superficie, formando chiazze galleggianti visibili. Con il tempo, la degradazione di questi aggregati li spinge nuovamente verso il fondo del mare, dove, durante la loro caduta, incorporano microrganismi animali e vegetali presenti nell’acqua.
Le mucillagini possono avere un impatto negativo sia sul turismo che sulla pesca. Per i bagnanti, la presenza di queste chiazze è sgradevole, mentre per i pescatori le mucillagini possono occludere le reti, riducendo l’efficacia delle catture. Inoltre, quando il materiale si deposita sul fondale marino, può danneggiare gli organismi che non sono in grado di spostarsi, poiché le mucillagini possono ridurre i ricambi gassosi con l’acqua sovrastante, portando al soffocamento di questi organismi.