La vertenza

Crisi Berco: su 400 esuberi previsti solo in 100 aderiscono all'esodo incentivato, sospeso il piano dei licenziamenti

Ancora un forte clima di incertezza per i lavoratori tornati in fabbrica dopo la pausa natalizia

Crisi Berco: su 400 esuberi previsti solo in 100 aderiscono all'esodo incentivato, sospeso il piano dei licenziamenti
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A pochi giorni dalla scadenza del termine per l’adesione all’esodo incentivato, previsto per il 16 gennaio 2025, la crisi che sta colpendo lo stabilimento Berco di Copparo continua a destare preoccupazione. Nonostante l’offerta di 57mila euro per chi decide di uscire volontariamente, solo poco più di 100 lavoratori hanno accettato. Un numero ben al di sotto dei 400 esuberi previsti dal piano dell’azienda.

La crisi Berco preoccupa non poco anche i comuni polesani dove risiedono 140 degli operai che lavorano a Copparo. Il comune con più dipendenti è Polesella, con 35, seguono Rovigo con 25 e Occhiobello con 23, una decina quelli di Adria.

Crisi Berco: solo cento adesioni all’esodo incentivato

Tra meno di una settimana, il 16 gennaio, ci sarà il termine fissato dalla Berco per comunicare l'adesione all'uscita incentivata, ma il traguardo dei 400 esuberi volontari resta lontanissimo e tra i lavoratori resta molta incertezza e soprattutto preoccupazione.

A oggi, soltanto 110 dipendenti hanno accettato i 57mila euro per l'uscita volontaria. Il numero potrebbe forse arrivare a 130-150 per la scadenza, ma si tratta comunque di un risultato ben distante dalla soglia sperata.

Oggi, 9 gennaio 2025, l'azienda presenterà per la prima volta il piano industriale alle rappresentanze sindacali e ai lavoratori. Al momento, come spiegato da Igor Bergamini di Fiom Cgil, non è in ballo alcuna chiusura dello stabilimento di Copparo. Tra le diverse opzioni, la chiusura di un nuovo contratto integrativo aziendale.

Il rientro a lavoro dopo la pausa natalizia

Già prima delle festività natalizie, la Berco aveva ritirato la procedura già aperta per 480 licenziamenti e messo sul piatto 400 esuberi. Una sostituzione dei licenziamenti con esodi incentivati per ridimensionare il personale, da 1200 a 800 posti.

L'offerta di 57mila euro, una volta rientrati dalla pausa festiva, non ha allettato la maggior parte dei dipendenti. Una cifra ancora troppo bassa per rinunciare al proprio posto di lavoro. Tra i più propensi, i più giovani e quelli in Naspi.

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