Canda, 50 ettari di suolo fertile potrebbero sfumare sotto i pannelli fotovoltaici
Il progetto di Canda prevede un impianto su 50 ettari che si collegheranno a un altro impianto di 5 ettari che è in via di approvazione e questi moduli saranno in comunicazione con la cabina del parco fotovoltaico di San Bellino.
Precisamente un anno fa Coldiretti lanciava l’allarme sulla presenza di troppi progetti presentati all’attenzione della Regione Veneto per posizionare pannelli fotovoltaici su terreno agricolo.
Canda, 50 ettari di suolo fertile a rischio
Dopo Loreo, Rovigo, Occhiobello e Porto Viro, oggi è stato il turno di Canda e sono 50 gli ettari di suolo fertile che potrebbero sfumare sotto i pannelli. Il progetto è stato presentato ufficialmente in un incontro pubblico nella sala civica del comune.
“Quello che avevamo previsto si sta realizzando – commenta il presidente Carlo Salvan – un lento e diffuso assalto all’agricoltura, dove la provincia Rovigo è diventata quasi il caso più emblematico, per via della grande disponibilità di terreno pianeggiante”.
Il progetto di Canda prevede un impianto su 50 ettari che si collegheranno a un altro impianto di 5 ettari che è in via di approvazione e questi moduli saranno in comunicazione con la cabina del parco fotovoltaico di San Bellino, esistente da tanti anni, primo grande esempio di consumo del suolo e scempio paesaggistico in materia di fotovoltaico.
“L’assedio che avevamo annunciato all’inizio di questa battaglia è sotto gli occhi di tutti – prosegue Salvan -, le norme che possano disciplinare il saccheggio di terreno fertile tardano ad arrivare e i progetti si moltiplicano negli uffici regionali. Anche la stampa nazionale ha approfondito il tema, perché il rischio di svendere il paesaggio a investitori, spesso stranieri, è altissimo”.
Uso indiscriminato del suolo
Le 7 province di Coldiretti hanno presentato a maggio 24 mila firme per fermare questo uso indiscriminato del suolo. Da qualche mese la petizione è ripartita su scala nazionale e il Veneto ancora una volta è la regione che sta raccogliendo più firme, segno che sono tante le persone che non vogliono un futuro piastrellato e preferiscono le spighe di grano nei campi del Polesine. Coldiretti ricorda che il territorio polesano è stato già ampiamente ferito da consumo del suolo, un’aggressione avvenuta senza lungimiranza con cementificazione eccessiva e cambi di destinazione d’uso di alcune aree poi mai utilizzate, senza contare i parchi fotovoltaici già costruiti.
“Ci teniamo a sottolineare l’importanza del parere delle amministrazioni comunali, che seppure non vincolante, rientrano nella serie di valutazioni. È fondamentale l’indirizzo dato dai Comuni in quanto è l’ente espressione del territorio locale e conoscitore delle esigenze di una comunità - conclude Salvan –. Rovigo è stato il primo comune a dare parere negativo a progetti come questo, mentre Adria a breve presenterà un progetto di riqualificazione di un sito produttivo dismesso con installazione di un impianto fotovoltaico: le esperienze positive ci sono. L’auspicio è che la politica a tutti i livelli, velocemente, indichi come gestire la transizione ecologica, senza scambiare i progetti green per operazioni speculative che in realtà cancellano il paesaggio e ci tolgono una cosa preziosa come il suolo fertile”.