Nella giornata di mercoledì 24 settembre 2025, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai sensi di quanto previsto dall’art. 87 comma 11 della Costituzione, ha firmato quattro decreti di grazia, a cui poi il Ministro della Giustizia ha formulato avviso favorevole. Una delle grazie concesse dal Capo di Stato riguarda Gabriele Finotello, oggi 34enne, che nel febbraio 2021, al culmine di una lite, uccise il padre a martellate a Porto Viro. Per quell’accaduto, era stato condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere.
Insieme al Rodigino, anche il padovano Massimo Zen è stato graziato dal Presidente della Repubblica.
Grazia per Gabriele Finotello
Per il caso di Gabriele Finotello, così riporta il documento di grazia firmato dal Presidente Mattarella:
“Nel concedere la grazia che ha estinto l’intera pena residua da espiare (pari a quattro anni e tre mesi di reclusione) il capo dello Stato ha tenuto conto dei pareri favorevoli, formulati dal Procuratore Generale e dal Magistrato di sorveglianza, delle condizioni di salute del condannato e del particolare contesto in cui è maturato l’episodio delittuoso, caratterizzato da ripetuti atti di violenza e minaccia da parte della vittima nei confronti dei propri familiari“.

Il caso di Gabriele Finotello
Il 22 febbraio 2021 era stato lo stesso Gabriele Finotello, all’epoca 29enne, a chiamare le Forze dell’ordine. Il giovane aveva preso a martellate il padre Giovanni al culmine di una lite, aggressione che ha provocato la morte del genitore.
I rapporti tra i due si erano incrinati a causa gravi problemi di dipendenza dall’alcol del papà, che in passato lo avrebbero portato a comportamenti violenti nei confronti della moglie e dei due figli. Per questo motivo, la moglie e il figlio minore se ne erano andati da casa, mentre Gabriele era rimasto a vivere col padre, perché lo voleva seguire in un percorso di disintossicazione dall’alcol.
Il pomeriggio del 22 febbraio però, di ritorno dal lavoro, l’allora 29enne trovò il genitore attaccato ad una bottiglia e completamente ubriaco. Perciò lo aveva rimproverato duramente. Quelle parole hanno infiammato gli animi tra i due, che in breve sono passati alle mani. Nella circostanza, il padre avrebbe detto: “Lasciami stare o ti picchio come picchiavo tua madre“. Di fronte a quella frase, la mente di Gabriele si è come spenta e le mani sono andate sul martello: quattro colpi alla testa e al busto.
Il giovane, dopo aver contattato le autorità, non ha né tentato la fuga, né nascosto le prove dell’accaduto, ma anzi ha chiamato il 118 affinché arrivassero quanto prima i soccorritori. In ogni interrogatorio, Gabriele si è dimostrato collaborativo, spiegando ogni dettaglio della vicenda.
Per il delitto, era stato condannato inizialmente a 14 anni, anche perché ne era stata riconosciuta la seminfermità mentale al momento del fatto. In appello la pena è stata poi ulteriormente ridotta, mentre ora è arrivata la grazia del Presidente Mattarella.
Un’altra grazia nel Padovano
La grazia concessa a Gabriele Finotello si aggiunge ad altri tre provvedimenti firmati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Uno di questi riguarda un altro cittadino veneto: stiamo parlando di Massimo Zen, 54enne di Cittadella (Padova), graziato dal Capo di Stato dopo che nell’aprile del 2017 uccise con un colpo di pistola un giostraio che aveva passato la notte a far saltare i bancomat dell’Alta Padovana. Per quell’accaduto, era stato condannato a 9 anni e 6 mesi di carcere.
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