Il caso

Trovate due mitragliatrici nel cantiere navale di Adria, aperta un’inchiesta sul ritrovamento

La documentazione acquisita dagli inquirenti conferma la consegna delle mitragliatrici al cantiere sei anni fa, ma resta da capire perché non siano mai state registrate né consegnate alle unità navali a cui erano destinate

Trovate due mitragliatrici nel cantiere navale di Adria, aperta un’inchiesta sul ritrovamento

Due mitragliatrici rinvenute per caso in un capannone del Cantiere Navale Vittoria di Adria, mercoledì 24 settembre 2025, hanno acceso i riflettori della Procura di Rovigo, che ha aperto un’inchiesta per chiarire una vicenda dai contorni ancora poco chiari.

Mitragliatrici nel cantiere navale di Adria, aperta un’inchiesta sul ritrovamento

La Guardia di Finanza ipotizza il reato di omessa custodia di armi da guerra, dopo il ritrovamento avvenuto mercoledì scorso in uno dei depositi dello stabilimento di via Leonardo da Vinci.

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Le armi, prodotte da Oto Melara nel 2019, erano destinate a due motovedette commissionate dalla marina militare dell’Oman. Eppure, invece di seguire l’iter previsto, sono rimaste chiuse in una cassa, accantonata su una scaffalatura e mai inventariata.

A notarle per primi sono stati alcuni magazzinieri, che hanno informato la nuova dirigenza. Quest’ultima ha poi allertato le Fiamme Gialle, intervenute per il sequestro.

Ma all’arrivo delle pattuglie si è verificato un colpo di scena: era già presente una troupe della trasmissione Report, con un inviato e due operatori pronti a documentare l’operazione.

Il conduttore Sigfrido Ranucci ha poi reso pubblica la notizia sui social. Una coincidenza che ora la Procura intende chiarire, insieme a tutte le zone d’ombra della vicenda.

Al momento non ci sono indagati, ma solo l’ipotesi di reato legata alla mancata custodia delle armi, sebbene prive di munizionamento.

La documentazione acquisita dagli inquirenti conferma la consegna delle mitragliatrici al cantiere sei anni fa, ma resta da capire perché non siano mai state registrate né consegnate alle unità navali a cui erano destinate.

Nei prossimi giorni saranno ascoltati sia i vecchi sia i nuovi proprietari del cantiere, con l’obiettivo di ricostruire la catena di responsabilità e chiarire come due armi da guerra siano finite dimenticate su uno scaffale.