Adria

Tavolo di monitoraggio Socotherm, sindacati: “Diteci con chiarezza che cosa volete fare”

Dal febbraio 2020, l’azienda ha messo in cassa integrazione 80 dipendenti, ma ad oggi, non appare alcuna prospettiva di ripresa delle attività.

Tavolo di monitoraggio Socotherm, sindacati: “Diteci con chiarezza che cosa volete fare”
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Si è riunito oggi, mercoledì 24 marzo 2021, un tavolo di aggiornamento in riferimento alla situazione di Socotherm spa di Adria, convocato e gestito dall’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan con l’Unità di crisi aziendali della Regione del Veneto.

Presidio lavoratori Socotherm

L’azienda, che allo stato attuale occupa circa 80 lavoratori, opera nell’ambito della fabbricazione di materie plastiche per il rivestimento di tubazioni. Al tavolo di monitoraggio hanno partecipato i vertici aziendali supportati da un advisor, Unindustria Rovigo, le organizzazioni sindacali di categoria territoriali e i confederali veneti, oltre al sindaco di Adria, Omar Barbierato.

Si è trattato di un tavolo di aggiornamento e monitoraggio delle difficoltà aziendali rispetto alle quali l’azienda ha confermato che, allo stato attuale, non vi sono commesse ulteriori tali che consentano la ripresa delle attività del sito.

La posizione della Socotherm

L’azienda durante il tavolo di confronto ha riferito che continuerà a verificare le possibilità di soggetti industriali interessati all’acquisizione del sito anche attraverso un advisor che è stato contrattualizzato allo scopo.

La Regione ha chiesto all’azienda di fornire entro un mese indicazioni utili rispetto al proprio orientamento sul futuro del sito di Adria. Ciò al fine di ristrutturare, in modo più coordinato possibile, ogni azione utile e possibile per la reindustrializzazione del sito, attraverso l’advisor indicato dall’azienda, e la gestione e valorizzazione delle risorse umane.

Malcontento, servono risposte

Enrico Rigolin della Cisl Rovigo, ha affermato:

“I dipendenti della multinazionale del rivestimento di tubi per oleodotti e acquedotti sono circa 80. Dal febbraio 2020, l’azienda li ha messi in cassa integrazione, ma ad oggi, non appare alcuna prospettiva di ripresa delle attività. L’impegno, non solo dei sindacati, ma di tutte le Istituzioni locali, è massimo per evitare la chiusura del sito Veneto. Sembra però evidente che la Casa Madre non stia sfruttando le potenzialità e le risorse produttive e professionali di Adria. Non ci sono aggiudicazioni di commesse all’orizzonte e nessuna azione del gruppo finalizzata all’ottenimento di nuovi lavori e questo fa temere per il futuro. Nell’ultimo incontro l’assessore Donazzan aveva chiesto alla direzione di farci sapere con chiarezza se la Casa Madre era interessata ad Adra. Nel mentre sono stati chiusi 7 siti, l’azienda non ha ancora deciso cosa fare ma serve chiarezza e dobbiamo sapere quanto prima e con chiarezza che cosa vogliono fare”.

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