Scomparsa di Greta Spreafico: la Procura chiede l’archiviazione per la seconda volta
La cantante di Erba era sparita nel 2022 a Porto Tolle: nessuna traccia della donna né elementi utili per sostenere un'accusa. Il mistero resta irrisolto.

A distanza di oltre tre anni dalla misteriosa scomparsa di Greta Spreafico, 53enne cantautrice lombarda originaria di Erba, il caso torna a un punto morto. La Procura di Rovigo ha chiesto una nuova archiviazione del fascicolo, dopo la seconda riapertura delle indagini avvenuta nel maggio 2024, seguita alla segnalazione di un presunto rigonfiamento di terreno dove sarebbe potuta essere stata sepolta l’auto della donna, una Kia Picanto. Il sospetto non ha però trovato conferme.
La donna era sparita nel nulla il 4 giugno 2022 a Porto Tolle, nel Polesine, dov’era arrivata per vendere una casa di famiglia. Ultima a vederla viva, secondo gli atti, sarebbe stato Andrea Tosi, 58 anni, giardiniere del posto, inizialmente indagato insieme all’ex compagno Gabriele Lietti, dopo la riapertura del fascicolo per omicidio preterintenzionale, occultamento di cadavere e sequestro di persona.

Ex compagno Greta Spreafico

Il giardiniere di Greta Spreafico
Nessun cadavere, nessuna prova
Le ricerche, estese anche con l’ausilio dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco e l’uso di ecoscandagli in un’area vicina alla casa frequentata da Tosi, non hanno restituito alcun riscontro. Neppure il sopralluogo dell’impresa edile citata nella segnalazione ha rilevato anomalie nel terreno. Nessuna traccia dell’auto, né della donna, né elementi che possano motivare un processo.
Unica scoperta degna di nota, ma priva di elementi accusatori, è il profilo genetico rilevato su una maglietta nera trovata nell’appartamento di Greta a Porto Tolle: i carabinieri del Ris di Parma lo hanno identificato come compatibile al 99,99% con quello della musicista. Ma anche questo dettaglio, già noto, non basta per procedere.
La famiglia Spreafico
Nel frattempo, la famiglia Spreafico aveva sempre escluso l’ipotesi di un allontanamento volontario, perché la mamma di Greta ha sempre detto che non voleva stare da sola. Il caso è ripartito grazie al ritrovamento di documenti tra cui un testamento in favore della madre. La Procura, dal canto suo, aveva ipotizzato un possibile movente economico, viste le disposizioni contenute in un altro testamento olografo che lasciava ogni bene, tra cui le proprietà di Erba e Porto Tolle, proprio all’ex compagno Lietti. Ma anche su questo fronte, nulla ha portato a svolte investigative.

Così, come già accaduto nell’ottobre 2023, anche questa volta la Procura chiede l’archiviazione, per assenza di prove concrete. Il caso Greta Spreafico, tra testimonianze contraddittorie, indizi frammentari e nessuna certezza, resta uno dei misteri irrisolti degli ultimi anni.