Indagini della Guardia di Finanza

Rovigo: ancora un sequestro di mascherine abusive

I finanzieri hanno anche scoperto un'azienda aperta nonostante i divieti

Rovigo: ancora un sequestro di mascherine abusive
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Un altro sequestro di mascherine. Scoperta una azienda al lavoro nonostante, secondo le disposizioni in vigore, avesse dovuto essere chiusa.

Proseguono gli accertamenti della Guardia di Finanza

Proseguendo nella costante azione di controllo tesa ad accertare il rispetto delle norme poste ad argine della grave epidemia di Covid-19. La Guardia di Finanza di Rovigo ha intensificato i controlli sia nei confronti dei rivenditori dei presìdi di protezione che nei confronti delle aziende produttrici. In tale contesto si aggiunge anche la puntuale verifica che le attività imprenditoriali vengano svolte nel rispetto delle direttive vigenti e che esse siano autorizzate a proseguire nella propria attività nonostante il periodo di sospensione della produzione.

I finanzieri della Tenenza di Adria hanno sottoposto a controllo una rivendita al dettaglio operante nel Bassopolesine all’interno della quale sono state rinvenute mascherine di produzione artigianale nonché mascherine 'protettive' di importazione asiatica prive sia di istruzioni comprensibili circa la loro destinazione d’uso che di informazioni minime necessarie a tutela del consumatore. A seguito del controllo eseguito è stato possibile sequestrare in via amministrativa 2050 mascherine, di cui 2030 di produzione cinese, e contestare al rivenditore la pena pecuniaria da 516 a 25.823 euro.

Gli accertamenti successivi hanno condotto i militari presso due presumibili produttori di cui uno è risultato in regola in quanto in possesso delle prescritte autorizzazioni e l’altro invece non è risultato produrne. Presso quest’ultima però sono stati trovati intenti al lavoro i due soci. Poiché il codice Ateco non rientrava fra quelli autorizzati a proseguire l’attività in questo periodo di blocco totale disposto dal D.L. nr. 19 del 25.03.2020 si è proceduto a diffida a non proseguire l’attività e segnalare al Prefetto di Rovigo la circostanza per gli ulteriori provvedimenti, elevando nel contempo una sanzione amministrativa da 400 a 3.000 euro. L’operazione si inserisce nel quadro delle attività condotte dalla Guardia di Finanza a tutela del mercato, della concorrenza e dei consumatori.

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