Riciclaggio, emissione di fatture false: sequestrati beni per circa 600mila euro a un imprenditore
Il denaro illecitamente risparmiato veniva reinvestito nella società consentendo così l’apertura di diverse sedi in altre province.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo, al termine di indagini di polizia giudiziaria nei confronti di una società operante nel settore della vendita di calzature e abbigliamento, ercoledì 22 settembre 2021 hanno proceduto all’effettuazione di 8 perquisizioni domiciliari nei confronti dell’amministratore, di 7 unità locali ubicate tra Bologna e Rimini e al sequestro di valori tra beni e denaro contante per circa 600.000 euro.
Riciclaggio, emissione di fatture false
Gli accertamenti hanno interessato una società riconducibile a un imprenditore straniero operante in provincia di Rovigo e con numerose unità locali in Bologna e lungo la costa Romagnola, il quale, a fronte di dichiarazioni dei redditi correttamente presentate, ometteva di versare le relative imposte. Il denaro illecitamente risparmiato veniva reinvestito nella società consentendo così l’apertura di diverse sedi in altre province.
Attraverso la meticolosa ricostruzione della contabilità dell’azienda, i finanzieri sono giunti a determinare non solo una consistente evasione di imposta pari a 600mila euro, ma anche l’utilizzo di fatture false che consentivano l’abbattimento del reddito e quindi delle conseguenti imposte che comunque non venivano versate.
E’ stato così denunciato l’amministratore - un cittadino di origini pakistane - per aver fatto uso di fatture false (art. 2 del D.Lgs 74/2000), aver omesso il versamento delle imposte dovute (10 ter - avendo superato le soglie previste dalla legge pari a 250.000 euro per ciascun periodo di imposta) - oltre che per il reato di auto-riciclaggio (art. 648 ter C.P.). Contestualmente, è stata avanzata richiesta all’Autorità Giudiziaria di sequestro diretto o per equivalente dei beni dell’azienda al fine di ristorare il debito verso l’Erario.
Perquisita l’abitazione
Su decreto della Procura della Repubblica cittadina, dall’alba di ieri, pertanto, i finanzieri, oltre ad aver perquisito l’abitazione bolognese dell’imprenditore indagato e le unità locali, hanno dato corso al sequestro preventivo, disposto dal GIP presso il Tribunale di Rovigo, a seguito del quale sono stati sequestrati denaro contante per oltre 34.173 euro rinvenuti presso le unità locali, disponibilità sui conti correnti per circa 64.966 euro, n.4 veicoli commerciali, un immobile commerciale ubicato in Bologna del valore di 150.000 euro, quote societarie e titoli autorizzatori fino a concorrenza dell’importo indebitamente sottratto allo Stato.
L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Guardia di Finanza di Rovigo a tutela della finanza pubblica, con lo svolgimento di complesse indagini volte, da un lato, a contrastare le più insidiose forme di frode fiscale che ledono gli interessi finanziari della collettività e, dall’altro, a garantire il recupero degli illeciti proventi dell’evasione.