Rovigo

Ottengono il bonus facciate (per lavori mai fatti) e poi incastrano un ente pubblico

Hanno accertato l’indicazione di lavori mai eseguiti a favore di oltre trenta unità immobiliari e poi...

Ottengono il bonus facciate (per lavori mai fatti) e poi incastrano un ente pubblico
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Hanno messo in piedi un sistema molto complesso... dall'ipotesi accusatoria emerge un quadro davvero grave.

Ottengono il bonus facciate (per lavori mai fatti) e poi incastrano un ente pubblico

Il Procuratore della Repubblica di Rovigo, dott.ssa Manuela Fasolato, comunica, per una corretta informazione, che in data odierna sono state eseguite su delega della Procura della Repubblica di Rovigo dalla Guardia di Finanza di Rovigo tre misure cautelari personali di custodia in carcere, nonché è stata delegata dalla Procura di Rovigo sempre alla Guardia di Finanza la esecuzione di decreti di sequestri preventivi di denaro e altre utilità, provvedimenti emessi su richiesta della Procura di Rovigo dal Giudice per le indagini nei confronti di M.M., A.A. e L.A., indagati in ipotesi accusatoria di numerosi delitti di indebita percezione di erogazioni pubbliche, di truffa ai danni di un ente pubblico e di autoriciclaggio, commessi nell’ambito di una articolata attività finalizzata alla generazione di ingenti profitti tramite creazione – e successiva cessione – di bonus edilizi non dovuti e, in particolare, dei c.d. bonus facciate.

Quest’ultimi sono stati introdotti dall’articolo 1 commi 219-224 della legge nr. 160 del 2019 e sono finalizzati a riconoscere, sotto forma di detrazione dalle imposte, al proprietario del bene immobile il 90 % delle spese effettivamente sostenute; gli articoli 121 e 122 del D.L. 34/2020 hanno previsto la possibilità, per il proprietario del bene immobile, di cedere a terzi il contributo riconosciuto dallo Stato (pari al 90% delle spese sostenute), generando così un credito d’imposta a favore del cessionario.

In particolare, le minuziose indagini della Guardia di Finanza di Rovigo - Nucleo Polizia Economico Finanziaria, con l’ausilio della Aliquota della Guardia di Finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica, hanno consentito di ricostruire in ipotesi accusatoria la vicenda nei termini che seguono: gli indagati, agendo attraverso lo schermo di tre diverse società, dopo aver confezionato deleghe apocrife a firma di ignari proprietari di immobili- le indagini, allo stato, hanno accertato l’indicazione di lavori mai eseguiti a favore di oltre trenta unità immobiliari-, con l’intermediazione di professionisti abilitati ai fini dell’inserimento nel portale dedicato dell’Agenzia delle Entrate dei dati relativi agli immobili, ai lavori e agli importi delle opere stesse – lavori in realtà mai eseguiti e opere mai realizzate – ottenevano la generazione di fittizi crediti d’imposta, che venivano contestualmente trasferiti a favore delle predette società, all’uopo indicate quali prime cessionarie; con la finalità di “monetizzare” prontamente l’operazione suddetta, l’intero ammontare dei crediti così generati veniva poi ceduto ad un ente pubblico, ottenendo, quale complessiva controprestazione, una somma di denaro pari a euro 2.186.618,73, confluita sui conti correnti delle società cedenti e infine riversata, allo scopo, secondo l’ipotesi accusatoria, di ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa, a favore di un altro soggetto economico, parimenti riconducibile agli indagati.

Sia il denaro profitto della cessione dei crediti fittizi ritenuti in ipotesi accusatoria fittizi, che gli stessi crediti, sono oggetto del decreto di sequestro preventivo richiesto ed ottenuto dalla Procura ed emesso dal Gip. E’ stato contestato altresì in ipotesi accusatoria il delitto di favoreggiamento personale a carico dell’avvocato difensore dei tre indagati in relazione a determinate condotte ritenute poste in essere per aiutare gli indagati ad eludere le investigazioni dell’autorità giudiziaria.

Il procedimento è in fase di indagine preliminare.

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