Nella vita di tutti i giorni erano badanti e baristi: ma nell'ombra gestivano affari milionari truffando lo Stato
Un’importante operazione è stata conclusa dai Finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo a contrasto delle frodi fiscali, ormai sempre più diffuse e sofisticate.
Un’importante operazione è stata conclusa dai Finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo a contrasto delle frodi fiscali, con la scoperta di un sistema fraudolento attuato da numerose imprese apparentemente attive, prive di sede operativa, di magazzini, di mezzi e di forza lavoro.
Nella vita di tutti i giorni erano badanti e baristi
Le indagini, operate dalla Tenenza di Lendinara e dal Gruppo di Rovigo su delega e coordinamento della Procura della Repubblica di Rovigo, protrattesi per quasi due anni, hanno consentito di ricostruire, in ipotesi accusatoria, un sistema fraudolento nell’ambito del quale operavano imprese - aventi sede legale nelle province di Rovigo, Vicenza, Verona, Mantova e Brescia e apparentemente attive nei settori del commercio di condizionatori, pallet e materiale elettrico e ferroso - che risultavano prive di sede operativa, di magazzini, di mezzi e di forza lavoro oltre che gestite da soggetti senza alcuna esperienza imprenditoriale (i titolari svolgevano diversi lavori: badante, barista, etc.).
Tali imprese (cc.dd. “cartiere”), secondo la ricostruzione investigativa, avevano il compito di emettere false fatture di vendita nei confronti di aziende, che in tal modo beneficiavano di notevoli vantaggi fiscali, e che venivano formalmente pagate con sistemi tracciati ma di fatto le somme sborsate venivano restituite in contanti, generando così grossi movimenti di valuta.
Diverse le tecniche utilizzate per creare crediti di imposta: in un primo tempo, le imprese compiacenti si sarebbero interposte fittiziamente nell’acquisto di condizionatori provenienti dall’estero - principalmente Est Europa - a vantaggio di un’importante impresa che, grazie alle cessioni sottocosto, avrebbe ottenuto merci a prezzi concorrenziali; in seguito, l’attività illecita si sarebbe concretizzata nella cessione, ancorché solo cartolare, di pallet, di materiali ferrosi e, marginalmente, di materiali elettrici a vantaggio di altre imprese più piccole.
Nell'ombra gestivano affari milionari truffando lo Stato
In tutti i casi individuati, le cessioni sopra descritte, da considerarsi in ipotesi accusatoria fittizie, sarebbero state messe in atto esclusivamente al fine di garantire vantaggi fiscali ai destinatari delle fatture.
Un’importante accelerazione alle indagini, sviluppate anche attraverso il riscontro delle indagini bancarie, è stata impressa dalle perquisizioni domiciliari e locali disposte dalla Procura della Repubblica di Rovigo, nel corso delle quali sono stati trovati riscontri alle condotte ritenute dagli investigatori illecite, tra cui documentazione predisposta per rendere più credibili le predette operazioni, quali documenti di trasporto con l’indicazione di vettori da considerarsi, secondo l’ipotesi accusatoria, inesistenti nonché fittizi contratti di lavoro a personale dipendente mai impiegato, con conseguente dimostrazione dell’effettiva mancanza di capacità operativa da parte delle c.d. “cartiere” che apparentemente avevano la propria sede operativa in private abitazioni o in uffici o magazzini di fatto inutilizzati.
Complessivamente sono state accertate fatture false per oltre 7 milioni di euro, denunciati gli amministratori di diritto e di fatto delle società coinvolte per i reati di false dichiarazioni fiscali mediante emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
L'operazione della Guardia di Finanza
La Procura della Repubblica di Rovigo ha così richiesto e ottenuto dal Gip il sequestro preventivo diretto e per equivalente finalizzato alla confisca dell’intero profitto dei reati contestati.
Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari ed è tuttora sottoposto al vaglio della Procura della Repubblica di Rovigo.
Gli elementi raccolti nel corso delle indagini penali sono stati utilizzati, altresì, per le contestazioni fiscali in capo alle aziende e ai loro amministratori con lo scopo di recuperare anche sul versante erariale le imposte evase. In tale sede sono stati recuperati a tassazione proventi illeciti, costi indeducibili e IVA evasa per un totale complessivo di euro 1.200.000,00.
Scoperchiato un vaso di Pandora
Gli atti delle attività ispettive amministrative sono ora a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per il recupero dei tributi evasi e l’irrogazione delle sanzioni.
Interventi della specie testimoniano il costante sforzo esercitato dalla Guardia di Finanza nel contrasto all’economia sommersa e alle frodi fiscali che, oltre a sottrarre ingenti risorse finanziarie allo Stato, alterano il corretto funzionamento delle regole del mercato creando concorrenza sleale nei confronti degli operatori onesti.