Gli arresti

Morte Amine Gara, fermati in cinque: due erano fuggiti nel Lazio e in Abruzzo

Per i fatti avvenuti sabato 19 luglio 2025 nei giardini delle Due Torri, i reati per cui sono indagati sono rissa, omicidio aggravato dalla premeditazione e tentato omicidio in concorso

Morte Amine Gara, fermati in cinque: due erano fuggiti nel Lazio e in Abruzzo
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A distanza di cinque giorni dalla tragedia avvenuta nei giardini delle Due Torri in centro a Rovigo, sono stati rintracciati gli autori della rissa che ha poi portato alla morte di Amine Gara.

Morte Amine Gara, fermati in cinque

A darne notizia è la dott.ssa Manuela Fasolato, Procuratrice di Rovigo:

"A seguito di serrate e minuziose indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Rovigo delegata e coordinata dalla Procura di Rovigo, è stato disposto in data di mercoledì 23 luglio 25 un decreto di fermo disponendo la conduzione in carcere per pericolo di fuga nei confronti di 5 soggetti gravemente indiziati, in ipotesi accusatoria, di delitti in relazione ai fatti accaduti nella serata di sabato 19 luglio scorso nel centro cittadino di Rovigo nei giardini delle Due Torri adiacenti a Piazza Matteotti, che hanno portato alla morte un giovane cittadino tunisino e al ferimento di un suo connazionale.

Amine Gara

Nella giornata di giovedì 24 luglio 25 la Squadra Mobile della Questura di Rovigo, delegata della Procura della Repubblica di Rovigo, in collaborazione con le Squadre Mobili di Chieti e di Latina, ha dato esecuzione al decreto di fermo suddetto disposto dalla Procura di Rovigo nei confronti dei 5 soggetti che sono stati a seguito del fermo messi a disposizione dell’A.G".

Due giorni prima un'aggressione, poi la vendetta

"In particolare i 5 fermati sono indagati in ipotesi accusatoria per aver partecipato in Rovigo il 19 luglio 2025 ad una rissa tra soggetti di nazionalità pakistana e altri di nazionalità tunisina e altra nazionalità, anche originata da una precedente aggressione del 17 luglio 2025 di G. A. e di altri soggetti di nazionalità tunisina e marocchina nei confronti di T. M. Q. , nel corso della quale G. A. colpiva con una bottiglia di vetro T. M. Q. che riportava lesioni personali giudicate guaribili in 10 giorni.

La rissa del 19 luglio 2025  è contestata con l’aggravante che, nella rissa, G.A. rimaneva ucciso e F.M. riportava lesioni".

I provvedimenti

"Nello specifico, H.A., indagato per delitto di omicidio aggravato dalla premeditazione e per rissa, è stato fermato a Aprilia (Latina, Lazio); T.M.Q., R.T.U, A.A., R.S.  indagati per il delitto di omicidio aggravato dalla premeditazione in concorso anomalo e per rissa, sono stati fermati rispettivamente il primo ed il secondo a Rovigo, il terzo ed il quarto a Torino di Sangro (Chieti, Abruzzo). T.M.Q, H.A e A.A. sono indagati anche per tentato omicidio in concorso e R.S. e R.T.U. per tentato omicidio in concorso anomalo.

H.A. è indagato in ipotesi accusatoria del delitto perché in Rovigo il 19 luglio 2025, nel corso della rissa, cagionava la morte di G. A. colpendolo con il collo di una bottiglia infranta, cagionando lui “uno shock emorragico in ferita da arma bianca penetrante con lesione epatica e toracica dx” da cui derivava il decesso, con l’aggravante della premeditazione;

T. M.Q., H. A. e A. A. sono indagati in ipotesi accusatoria del delitto perché concorrevano a compiere atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di F. M. nel corso della rissa, dapprima, T. M. Q. e H. A. colpivano F. M., con più colpi, un frammento di bottiglia di vetro, al fianco destro; poi, A. A. sferrava un ulteriore colpo a F. M., nella parte superiore del corpo; non riuscendo a cagionare la morte di F. M. per circostanze non dipendenti dalla loro volontà (e, in particolare, grazie al pronto intervento dei sanitari) ma cagionando lesioni personali gravi consistenti in una “una ferita lacera penetrante addominale”, con prognosi riservata, da cui – anche in considerazione della sede corporea attinta e del mezzo utilizzato – derivava il pericolo di vita;

i soggetti indagati per la rissa, cui non è direttamente contestato l’omicidio e il tentato omicidio, sono indagati per concorso anomalo, per aver partecipato ad una rissa caratterizzata, sin dal suo inizio, da reciproci intenti lesivi, anche in considerazione del fatto che l’aggressione è stata organizzata anche quale reazione all’aggressione subita il 17 luglio 2025 da T. M. Q da parte di G.A., altresì del fatto che i partecipanti alla rissa del 19 luglio 2025 si erano armati di frammenti di bottiglie di vetro e oggetti contundenti, nonché del fatti che H.A. copriva durante la rissa del 19 luglio 2025 il suo volto con un passamontagna, al fine di ostacolare la sua identificazione".

Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e vi è la presunzione di innocenza e la responsabilità penale può essere riconosciuta solo con sentenza passata in giudicato.