Polemica e tensione durante l’ultima seduta del Consiglio comunale a Rovigo dello scorso lunedì 15 settembre 2025. Argomento di divisione è stato il minuto di silenzio, chiesto prima dell’inizio dei lavori dal Capogruppo della Lega Riccardo Ruggero, per la morte di Charlie Kirk, l’attivista Maga di destra, ucciso da un proiettile sparato al collo lo scorso mercoledì 10 settembre 2025 durante un incontro-dibattito alla Utah Valley University e per il quale è stato arrestato Tyler Robinson, studente 22enne.
Durante il Consiglio di Rovigo, alla richiesta del minuto di silenzio, due esponenti di minoranza della lista civica di Rovigo, la capogruppo Elena Biasin ed Elena Rossi, sono uscite dall’aula (in copertina: il momento in cui le due esponenti di minoranza sono uscite durante il minuto di silenzio per Kirk in Consiglio comunale).
Esponenti di minoranza escono al minuto di silenzio per Kirk in Consiglio
E’ stato proprio il Ruggero a manifestare per primo il suo dissenso.
“Quanto accaduto in consiglio comunale a Rovigo è stato grave e irrispettoso, ancor più perché compiuto da chi si appella di continuo al rispetto dei diritti umani”.
Il Capogruppo della Lega ha riferito che il ricordo di Kirk non implica necessariamente la condivisione delle sue idee, ma “riafferma un principio fondamentale delle nostre istituzioni: il confronto libero, civile e non violento“. Ruggero ha inoltre ricordato quando avvenuto al Parlamento Europeo, dove “il ricordo di Kirk è stato negato tra risate e polemiche della sinistra – sempre pronta ad inginocchiarsi, ma solo per chi la pensa come loro“.

A stretto giro sono arrivate le repliche di Biasin e Rossi. La Capogruppo di minoranza ha dichiarato:
“La richiesta del minuto di silenzio non è stata neppure anticipata e non è stato possibile avviare nessuna riflessione”.
A ciò ha aggiunto che il gesto è sembrato “inutilmente provocatorio“, al quale è stata offerta “una risposta assolutamente composta scegliendo di non fare polemiche“.
Elena Rossi, invece, ha spiegato che la sua reazione è frutto del suo “percorso personale e politico che si ispira al rispetto dei diritti umani, della diversità e della difesa di chi viene marginalizzato“.
“Lo rivendico anche nel mio gesto di oggi, che democraticamente chiedo venga rispettato – ha concluso -. Non condividevo le idee di Charlie Kirk né il suo stile comunicativo, spesso basato sullo scontro e sulla demolizione dell’avversario più che sul dialogo costruttivo”.
Il post della sindaca: “Gli stessi che celebrano Matteotti, ucciso per le sue idee”
Circa 24 ore dopo la seduta del Consiglio comunale, la sindaca di Rovigo, Valeria Cittadin, ha pubblicato sul suo profilo Facebook un post nel quale ha criticato la scelta delle esponenti di minoranza di uscire dall’aula durante il minuto di silenzio per Charlie Kirk.
“Ieri, all’inizio del Consiglio Comunale, abbiamo osservato un minuto di silenzio per onorare la memoria di Charlie Kirk. Perdere la vita a soli 31 anni, nel 2025, per le proprie idee, è qualcosa di sconvolgente e inaccettabile – scrive la prima cittadina -. Purtroppo, anche nel nostro Consiglio Comunale di Rovigo non c’è stata unanime solennità nel manifestare il ripudio di questo atroce assassinio. Una mancanza di sensibilità e rispetto che lascia amarezza“.
La sindaca Cittadin, poi, nel ritenere ipocrita il comportamento delle esponenti di sinistra, ha utilizzato parole forti, mescolando una serie di concetti che l’hanno esposta a una pioggia di critiche.
“La violenza politica va condannata sempre, senza se e senza ma. Non esistono morti di serie A e morti di serie B quando si tratta di libertà di pensiero, valori e diritti fondamentali. Fa ancora più male constatare che, a minimizzare o tacere, siano proprio coloro che si fanno grandi a celebrare Giacomo Matteotti, nostro illustre conterraneo, ucciso per le proprie idee. E anche questa volta, come spesso accade, c’è di mezzo ‘Bella Ciao'”.
Secca la replica di Diego Crivellari, capogruppo del Pd in Consiglio comunale:
“Il delitto di Kirk è un fatto orribile. Avvenuto dentro una università. Da condannare fermamente. Ed è un fatto che deve farci riflettere. Premesso questo, io credo che la politica a tutti i livelli abbia oggi un obbligo morale che viene prima di tutto: abbassare i toni, evitare le esasperazioni, cercare di non promuovere ulteriori strappi e divisioni tra i cittadini. Eviterei di sovrapporre o strumentalizzare pagine così diverse per il tempo in cui sono accadute e anche per quello che hanno rappresentato.
Matteotti è una memoria sacra per la nostra nazione e principalmente per un territorio come il nostro: ha sacrificato la sua esistenza per un ideale che si chiama socialismo, per l’emancipazione dei contadini, per la libertà e l’uguaglianza contro un regime autoritario che si stava tragicamente affermando in Italia. Non possono esserci morti di serie A o serie B, ma questo non ci esime dalla conoscenza del passato e dal rispetto per la storia ed è anzi un invito ad approfondirla senza strumentalizzazioni e senza improbabili sovrapposizioni con il presente.
Non voglio credere che l’obiettivo sia quello di additare a una parte di opinione pubblica la sinistra ‘cattiva’ o addirittura violenta: la sindaca sa benissimo che le forze della sinistra democratica hanno combattuto il terrorismo e garantito la tenuta sociale del nostro Paese. Dire altro è distorcere la nostra storia, spero non sia questo l’obiettivo“.
Alcune opinioni contro le parole di Cittadin sono state pubblicate online:
“Paragoni azzardati da parte della sindaca di Rovigo. Accostare un razzista a un uomo che lottava perché tutti potessero godere degli stessi diritti è un pensiero frutto di malafede, oltre che offensivo e fuori luogo. Non tanto e non solo chi sta all’opposizione dovrebbe chiedere una smentita, ma anche e soprattutto chi governa insieme a lei dovrebbe dissociarsi”.
“Paragonare Kirk a Matteotti: l’ignoranza non è un’attenuante”.
La sindaca di Rovigo, sulle sue parole, ha infine fatto una precisazione:
“Non ho paragonato Kirk a Matteotti ma ho preso in considerazione la frase di Matteotti che vale per qualsiasi persona che viene uccisa per le sue idee.
E’ sempre un giovane che è morto perché professava delle idee diverse. Non è un azzardo usare la frase di Matteotti. Kirk non lo considero xenofobo. E’ uno che salvaguardava la sua cultura, il proprio credo e la propria fede e i suoi valori. Professare questi valori, qualsiasi valore, non giustifica per qualcuno che si spari. Non era omofobo. Credo che l’elemento triste sia che ci sia qualcuno che la considera una morte minore”.