Mamma del bambino morto, la difesa chiede la scarcerazione
La difesa della donna marocchina chiede misure più lievi. In arrivo le telecamere de 'La vita in diretta'
Michela Marangon, avvocato di Porto Viro che difende la donna marocchina attualmente in carcere con l'accusa di aver ucciso suo figlio neonato per averlo scosso troppo, ha presentato istanza al tribunale della libertà di Rovigo per chiedere che alla madre siano applicate misure cautelari meno dure. La mossa era ampiamente prevista dalla Procura, ora spetterà al tribunale del riesame decidere se la donna dovrà restare in carcere o potrà tornare a casa con una pena alternativa (che potrebbe essere rappresentata dagli arresti domiciliari o dall'obbligo di firma).
Vicenda da chiarire
Questa drammatica storia inizia a ferragosto quando al 118 arriva la chiamata disperata di una donna che chiede aiuto dicendo che suo figlio sta male dopo una caduta dal letto. I soccorsi scattano subito, la situazione si presenta come molto complicata e il neonato viene traportato all'ospedale di Padova dove si spegne dopo 10 giorni.
Secondo quando refertato dai medici, la situazione del bambino sarebbe incompatibile con una caduta ma sarebbe invece stata generata dall'eccessivo 'scuotimento' del piccolo. Fino ad un anno di vita e specialmente nei primi sei mesi, il collo dei neonati è sostenuto da una muscolatura molto fragile che non riesce ad attutire gli effetti di uno scuotimento.
E' questa la causa del decesso? E' qualcosa che la donna ha fatto volontariamente? Le indagini coordinate dal PM Manuela Fasolato dovranno far luce su tutto l'accaduto. Intanto il caso sta attirando su di sé l'attenzione dei grandi media nazionali: la trasmissione di Rai 1 'La vita in diretta' sta organizzando una trasferta in polesine per approfondire la storia.