Erano ai domiciliari (con il reddito di cittadinanza) ma spacciavano
Tutto è partito da un semplice controllo...
La Polizia di Stato di Rovigo nei giorni scorsi, all’esito di indagini, ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal GIP Raffaele BELVEDERI che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di una coppia di bengalesi residenti ad Adria, già sottoposti per reati diversi alla pena definitiva della detenzione domiciliare e l’affidamento in prova al servizio sociale.
Erano ai domiciliari ma spacciavano
L’attività origina da un servizio di controllo del territorio, durante il quale una pattuglia del commissariato di Porto Tolle ha fermato e controllato un ragazzo italiano in possesso di un paio di grammi di cocaina.
Sentito il consumatore, la Squadra Mobile di Rovigo ha avviato una serrata attività investigativa, giungendo a identificare una coppia di ultra cinquantenni, già noti per altri gravi reati come il caporalato, per i quali erano stati da poco condannati alla pena detentiva di quasi 7 anni, pur potendo godere, dopo un breve periodo di carcerazione preventiva, di misure alternative quali la detenzione domiciliare per l’uomo e l’affidamento in prova al servizio sociale per la donna, concesse dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia.
Tra l’altro il nucleo familiare risulta anche precettore del reddito di cittadinanza e altre provvidenze pubbliche oltre a essere coinvolti in numerose iniziative di scolarizzazione e inserimento lavorativo.
In carcere una coppia di pusher
Gli investigatori rodigini sono riusciti a dimostrare che la coppia, malgrado tutte le iniziative tese al loro reinserimento nel contesto sociale, stroncato il loro coinvolgimento nello sfruttamento del mercato irregolare, si sono subito dedicati al traffico di droga.
Infatti, sono state comprovate diverse centinaia di cessioni a consumatori provenienti anche da paesi attigui a quello in cui la coppia scontava la propria condanna definitiva. La coppia, infatti, grazie alla consistente quantità di stupefacente di cui disponeva, era divenuta un punto di riferimento per tantissimi assuntori di questa sostanza del Basso Polesine.
All’esito dell’attività d’indagine, considerato il quadro probatorio compendiato e la personalità dei due soggetti, il PM dott. Francesco D’ABROSCA ha chiesto e ottenuto la misura cautelare del carcere.
Durante l’esecuzione, è stata rinvenuta sostanza stupefacente di tipo hashish e cocaina oltre all’occorrente utile al traffico dello stupefacente. Espletate tutte le formalità, l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Rovigo, mentre la donna ristretta presso l’istituto femminile di Verona.