Doveva essere ricoverato: il Covid lo uccide indirettamente
La vicenda di un farmacista di Rovigo che è morto di arresto cardiaco mentre attendeva un ricovero che non arriverà mai.
Il Covid uccide anche indirettamente: Stefano Ghisi stroncato da un arresto cardiaco mentre attendeva il ricovero in una clinica milanese.
Farmacista muore in attesa di un ricovero
Il coronavirus ha ucciso anche indirettamente ritardando molti interventi e ricoveri programmati e che non potevano attendere la fine dell'emergenza. E' il caso, anche, di un farmacista di Rovigo, cardiopatico e diabetico, che non è stato possibile ricoverare, nella fase di massima emergenza, al Centro cardiologico specialistico Monzino di Milano. La struttura lo ha chiamato appena possibile, a giugno, scoprendo che il paziente era già morto.
A raccontarlo all'ANSA la vedova, Cinzia Truppo, medico. "La sanità italiana è un'eccellenza nel mondo, riusciamo a fare cose straordinarie ma non è organizzata bene l'ordinarietà: si dovrebbe potere essere curati anche in caso di pandemie".
La vicenda di Ghisi
Il 29 gennaio Stefano Ghisi, 60 anni, nato a Bolzano, è ricoverato per uno scompenso cardiaco all'ospedale di Rovigo. A metà febbraio viene dimesso in attesa di un nuovo ricovero. Un primario del Monzino, dopo una visita di controllo, il 5 marzo, vuole ricoverarlo subito. Ma l'emergenza covid -19 blocca tutto. Il 18 maggio Ghisi viene chiamato ma a rispondere è la moglie. Lui è morto per arresto cardiaco il 14 aprile.