Dai domiciliari al carcere il rumeno che sabato accoltellò l'albanese in centro
Indagini serrate portano a stringere anche le manette ai polsi del rumeno evaso, oltre al resto, dal domicilio coatto

Era sabato scorso, 5 luglio 2025, quando in centro a Rovigo per la terza volta in pochi giorni si veniva alle mani e si finiva per accoltellarsi.
In quella occasione a farne le spese fu un 36enne albanese accoltellato, appunto, nella centrale via Carducci, da un rumeno, e poi ricoverato in prognosi riservata - indicata poi in 10 giorni - all’Ospedale di Rovigo in serie condizioni ma non in pericolo di vita.
Destato allarme nella popolazione
Scene da film, insomma, con Carabinieri, Polizia e personale sanitario sul posto e strade transennate per consentire indagini e soccorso, e preoccupato intervento della Sindaco di Rovigo, Valeria Cittadin, che ha chiesto subito al Prefetto la convocazione del Comitato per la Sicurezza al fine di rafforzare il monitoraggio del territorio per non passare da quelle che sono ancora situazioni straordinarie a fatti che non dovrebbero fare parte della quotidianità di Rovigo:
“Tre casi in così poco tempo – ebbe a dire - non sarebbero più episodi isolati ma rappresenterebbero un pericolo reale e crescente”.
Indagini subito avviate
In questo quadro le indagini hanno fatto il loro corso ed il giovane rumeno, dopo essere stato appurato che avrebbe accoltellato l’albanese per motivi sentimentali, martedì 8 luglio 2025, mentre era già ai domiciliari, è stato arrestato e trasferito in carcere causa la gravità dei fatti contestatigli.
G.G., queste le sue iniziali, è indagato per il reato di lesioni aggravate a seguito, come si diceva, dei fatti avvenuti a Rovigo in via Carducci lo scorso 5 luglio.

L’indagato, peraltro, era già ai domiciliari presso l’abitazione della madre, dove stava scontando la pena di anni 8 e giorni 28 di reclusione per più reati commessi a Rovigo tra il 2015 e il 2021, quali furto, furto tentato, furto in abitazione /con strappo, rapina aggravata, ricettazione, minaccia, lesioni personali anche aggravate, violenza privata, resistenza a p.u., danneggiamento, reati in materia di stupefacenti ed evasione.
Tornando all'accoltellamento
A seguito dell’attività di indagine svolta nell’immediatezza, consistita nell’assunzione di sommarie informazioni da parte delle persone informate sui fatti e nel rinvenimento e sequestro, convalidato dalla Procura della Repubblica di Rovigo, dell’arma utilizzata per cagionare le lesioni, G.G., 20enne rumeno, veniva indagato per il reato di lesioni personali aggravate.
Stando alle prime dichiarazioni, l’incontro, nato con un intento pacificatorio, era legato a dissapori di carattere personale dovuti ad una relazione sentimentale che il giovane rumeno aveva intrattenuto in passato con la nipote dell’albanese.
La discussione, però, sarebbe degenerata immediatamente sfociando in una colluttazione, terminata, appunto, con l’accoltellamento dell’uomo albanese.
I prodromi della violenza
La Polizia di Stato ha reso inoltre noto che lo stesso pomeriggio di sabato, il giovane rumeno, dopo essersi procurato dei tagli autolesivi, si era recato presso il Pronto Soccorso di Rovigo per le cure del caso. Una volta uscito dall’Ospedale, però, anziché rientrare presso la propria abitazione seguendo il tragitto più breve, così come prescritto dalla misura alternativa a cui era sottoposto, si era recato, in compagnia della fidanzata, presso un bar della città, ove aveva avuto, secondo le prime ricostruzioni, un primo incontro con il ferito.
Insomma, anche per il Magistrato la misura era colma
Pertanto, avendo violato le prescrizioni previste dalla misura alternativa della detenzione domiciliare, che prevedevano la possibilità di uscire solo dalle ore 10:00 alle ore 12:00 o comunque solo per ragioni di carattere sanitario, il Magistrato di Sorveglianza ha disposto la sospensione della misura alternativa in essere con l’immediato accompagnamento del detenuto presso la Casa Circondariale di Rovigo.