Covid, Zaia: “Con 50 ricoveri al giorno, presto in terza fascia” | +1526 positivi in Veneto | Dati 27 ottobre 2020
In Italia 1.284 in terapia intensiva: mancano 1.016 ricoverati per raggiungere la soglia critica per un nuovo lockdown. Il Governatore: "Curva in salita ma situazione diversa da marzo".
Il presidete della Regione Luca Zaia è stato chiaro: “Con 50 ricoveri al giorno in media, presto entreremo nella terza fascia della gestione. Ad oggi ogni ricoverato in terapia intensiva ne corrispondono nove ospedalizzati non critici”. Governatore duro sul Dpcm: “Il documento fa pagare a poche categorie il prezzo più alto”.
Covid, Zaia: “Curva in ascesa, ma situazione diversa da marzo”
La curva dei positivi è in continua crescita. Sono 1526 in più i nuovi positivi individuati nelle scorse 24 ore in tutto il territorio Veneto. In aumento i ricoveri non critici, 54 in più rispetto a ieri, mentre le terapie intensive salgono di sette unità. Dodici i decessi registrati. Conferenza stampa oggi, martedì 27 ottobre 2020 alle 12.30 del Governatore Luca Zaia che ha spiegato:
“I dati parlano chiaro . La curva è in salita e ogni giorno ospedalizziamo circa 50 persone. Persone che senza le cure adeguate rischiano molto. Per dare un dato significativo possiamo affermare che per ogni ricoverato in terapia intensiva ce ne sono nove che finiscono in ospedale in condizioni non critiche. A marzo il rapporto era di uno a tre. Un dato positivo: i dimessi sono 4575“.
Province di Belluno e Treviso già in difficoltà
Tra le varie province della Regione sono Belluno e Treviso, una già in terza fascia e l’altra vicina alla soglia, indici questi che tracciano la gravità della situazione, che descrivono il livello di pressione nelle strutture sanitarie, e di conseguenza anche l’eventuale avvio di altre misure ad hoc per contenere i contagi. Zaia ha spiegato:
“In generale passaggio alla terza fascia attendiamo che arrivi nel giro di tre quattro giorni. Ricarichiamo circa 50 ricoveri al giorno. Ieri ho dato disposizioni ai direttori generali di cominciare a scaldare i motori. Anche i privati come Covid center sono stati avvisati. Si fa tutto in modo graduale, non si chiudono gli ospedali di colpo, ma per preservare gli hub provinciali. Ogni provincia ha un ospedale di riferimento e poi ha ospedali del territorio. Questo perché in caso di emergenza dobbiamo tenere aperta attività ordinaria nell’hub. Non si può meticciare pazienti covid e non covid. Trapianti, protesi o interventi cardio chirurgici (solo per citare alcune attività, Ndr) non possono essere svolti in luoghi condivisi. L’imperativo è mantenere puliti reparti e ospedali”.
Dpcm, per Zaia le proteste sono lecite
Il Governatore ha inoltre chiarito:
“Sabato sera l’abbiamo scritto nero su bianco . I governatori hanno comunicato che il Dpcm non andava bene. Chiedevamo chiusura delle attività alle 23. In 20 pagine il Dpcm continene 700 indicazioni ma non si capisce su che base epidemiologica e su che principio di sanità pubblica siano state identificate queste misure”.
E ancora:
“Per quanto riguarda la scuola: sono in imbarazzo. Io propongo didattica a distanza da tempi non sospetti al 50 per cento. Ma il grado di discrezionalità che il Governo ci ha lasciato è pari a zero. Comprensibili le proteste, non lo dice un negazionista, per me valgono le restrizioni sugli assembramenti e l’uso della mascherina lo ritengo fondamentale. Ma con questo provvedimento il risultato è uno soltanto: poche categorie pagano il prezzo più alto. E il loro sacrificio non servirà ad abbassare la curva epidemiologica. Spero che il Governo riveda alcune azioni che non avranno incidenza sula curva dei contagi”.
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