Maxi sequestro da 300mila euro

Acquistava gioielli e oggetti preziosi rubati e li rivendeva: le foto all'interno del Compro Oro

Nei guai un'imprenditrice di Adria...

Acquistava gioielli e oggetti preziosi rubati e li rivendeva: le foto all'interno del Compro Oro
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È questo il bilancio di una operazione appena conclusa da Guardia di Finanza e Carabinieri di Rovigo che sinergicamente hanno dato esecuzione ad una ordinanza di sequestro preventivo per circa 300.000 € e di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale Polesano, nei confronti di una imprenditrice Adriese.

Acquistava gioielli e oggetti preziosi rubati e li rivendeva

Le perquisizioni locali, domiciliari e personali effettuate tra Veneto e Toscana nei confronti di 2 indagate e 3 società a responsabilità limitata a queste riconducibili sono culminate con il sequestro di circa 300.000 euro fra contanti e depositi e con l’arresto del dominus occulto del sistema fraudolento, responsabile anche del reato di ricettazione.

L’operazione è scattata alle prime luci di martedì 27 ottobre, a conclusione di due indagini parallele condotte dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Adria (RO) e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Rovigo che si sono trovate a indagare per ragioni diverse sulla medesima persona.

Infatti, mentre l’Arma procedeva per smantellare la “rete ricettava” di oggetti preziosi proventi da furti in abitazione, risultati poi essere illecitamente acquisiti dall’imprenditore Adriese, la Guardia di Finanza invece si muoveva su un altro piano investigativo, nell’ambito di indagini per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

La convergenza delle due indagini ha quindi portato alla unificazione dei procedimenti e all’esecuzione di un sequestro preventivo di euro 300.000 oltre ad una ordinanza di arresti domiciliari per una delle indagate, cui è stato applicato il braccialetto elettronico.

Le foto dell'operazione della Finanza

In particolare le attività investigative svolte dalla Tenenza di Adria hanno portato all’attenzione della Procura rodigina un disegno criminale architettato da una imprenditrice adriese operante nel settore del “compro oro”; àmbito particolarmente delicato e caratterizzato dal rischio di riciclaggio di ingenti somme in contanti.

Le indagini hanno avuto avvio da una serie di incroci di dati che hanno portato alla individuazione della imprenditrice arrestata, peraltro gravata da importanti precedenti fiscali; questa, per sfuggire alle pretese fiscali dell’Erario aveva architettato sin dal 2011 una complicata rete societaria e di “riorganizzazione aziendale”, attraverso le quali era riuscita apparentemente a “spogliarsi” in modo progressivo di tutti i beni, pur mantenendone la disponibilità di fatto.

Dalle indagini è emerso che per sottrarsi al pagamento derivante dalla notifica di svariate cartelle esattoriali per importi considerevoli relative a imposte non pagate per circa trecentomila euro, l’’imprenditrice aveva apparentemente alienato il complesso del proprio patrimonio intestandolo a una prestanome residente in toscana, creando 3 nuove e distinte società a responsabilità limitata, non più aggredibili dal Fisco in quanto non a lei riconducibili mediante operazioni di conferimento di ramo d’azienda solo apparentemente lecite.

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Il maxi sequestro

L’intera somma dovuta allo Stato in quanto profitto del reato contestato, è stata recuperata per intero dai Finanzieri sia mediante il sequestro di ingenti somme in contanti (pari a ben 94.165 € rinvenuti sia presso l’abitazione dell’indagata che all’interno di una cassetta di sicurezza murata all’interno di una delle società) ma anche sequestrando quanto depositato sui conti correnti intestati agli indagati o alle società-schermo ad essi riconducibili.

Nei confronti dell’imprenditrice, la Procura procede sia per frode fiscale (durata circa 10 anni) punita ai sensi dell’art. 11 del D. Lgs. 74/2000, (“Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte”, attraverso condotte dolose) ma anche per il reato di ricettazione di cui all’art 648 c.p.

L’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Rovigo prende piede come “costola” dell’operazione “Lockdown” condotta agli inizi dell’anno 2020, attività nel corso della quale veniva notato come i soggetti indagati per numerosi furti in abitazione frequentassero con regolarità un negozio di “compro oro” di Adria. Non era la prima volta che tale attività risultava d’interesse per gli investigatori.

I Carabinieri hanno così iniziato un’attenta ed approfondita attività d’indagine che ha permesso di rivelare come il negozio fosse effettivamente il punto di riferimento di numerosi gruppi criminali del Veneto e dell’Emilia Romagna, gruppi i cui componenti avevano la possibilità di vendere con estrema facilità preziosi di provenienza quantomeno sospetta senza dover esibire documenti e con un pagamento immediato in contanti anche per somme cospicue.

47enne in manette

È stato così accertato che la 47enne Adriese finita in manette, formalmente dipendente della società di “compro oro” ma di fatto titolare della stessa, aveva illegalmente acquisto oggetti in oro e preziosi provenienti da 7 furti in abitazione, avvenuti nel periodo compreso tra il febbraio 2020 ed il maggio 2021 nelle provincie di Rovigo, Padova, Verona e Ferrara.

Il sinergico intervento della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri, ciascuno caratterizzato dalle specificità delle proprie competenze, ha permesso di tutelare da un lato gli interessi dell’Erario e gli imprenditori onesti danneggiati dalla illecita concorrenza ma dall’altro la sicurezza della collettività spesso vittima di reati predatori ad opera di bande di soggetti senza scrupoli che grazie a una rete di complicità riescono a monetizzare il frutto della propria attività criminale.

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