Sciopero al rigassificatore: i dipendenti chiedono maggiori garanzie
Il sindacato UGL: "Da troppo tempo Adriatic LNG non dà risposte concrete e i lavoratori hanno incrociato le braccia".
Il 24 luglio 2023 il 100% del lavoratori del rigassificatore polesano hanno aderito allo sciopero proclamato dalla UGL Chimici di Rovigo e le RSU del Terminale.
Sciopero al rigassificatore: i dipendenti chiedono maggiori garanzie
"In realtà è stato un giorno che ha lasciato l'amaro in bocca, da un lato fare sciopero non è mai un obiettivo e dall'altro farlo a metà non può che generare un clima sempre più difficile: riteniamo che il diritto dei lavoratori di fare sciopero sia stato pesantemente ostacolato dalla direzione aziendale, infrangendo, in maniera sconcertante, quelli che sono gli accordi, consolidati oramai da anni, che lo regolano. Si è trattato di una presa di posizione molto forte da parte di ALNG, di fatto ha deciso di non diminuire la produzione ed ha precettato il personale in maniera del tutto arbitraria".
Esordisce cosi il Segretario della UGL di Rovigo, Giulio Bozzato. L'Unione Generale del Lavoro insieme alle Rappresentanze Sindacali Unitarie del Terminale avevano indetto uno sciopero, lunedì scorso, 24 luglio 2023. L'aumento della capacità del rigassificatore polesano, portata al massimo, ha generato un aumento del carico di lavoro, situazione aggravata dalle dimissioni volontarie di almeno il 25% dei dipendenti.
Da mesi si denunciano le criticità, ma adesso è il momento delle risposte.
"Dopo molti mesi di trattativa, per ben due volte, la UGL e le RSU sono state convocate dalla Prefettura di Rovigo per quelle che erano (e sono) le annali istanze del lavoratori - continua il segretario e, per di più, da qualche tempo, si è aggiunta la vendita dell'impianto che ha generato la forte preoccupazione del mantenimento del livello occupazionale in un periodo in cui l'Azienda sta implementando una nuova ed estremamente invasiva organizzazione aziendale".
"Il cambio delle sedi e la cessione della manutenzione d'impianto a terzi - aggiungono i componenti delle RSU - hanno portato alle dimissioni volontarie di almeno il 25% dei suoi dipendenti al quale va aggiunto un oggettivo aumento del carico di lavoro".
I lavoratori chiedono maggiore trasparenza e coinvolgimento
"Da molti mesi - prosegue il segretario - le RSU denunciano la criticità delle relazioni industriali anche e non solo in funzione di un aumento delle attività del Terminale che ormai opera costantemente al massimo della sua capacità, arrivando a portare l'azienda, nel 2022, all'anno del record in termini di profitto economico. Già a Settembre 2022 si è scongiurato lo sciopero ottenendo, in sede prefettizia, l'impegno dell'azienda ad aprire una trattativa seria sugli storici problemi del personale della piattaforma che, purtroppo, risulta tuttora disatteso perché nemmeno l'incontro di Maggio 2023 ha prodotto risultati".
"I lavoratori - incalzano i componenti delle RSU - oltre ad un legittimo riconoscimento del proprio lavoro chiedono trasparenza rispetto alla gestione del personale che da troppo tempo è sotto organico, chiedono il loro coinvolgimento rispetto alla massiva riorganizzazione aziendale anche, ma non solo, alla luce di una possibile ed imminente vendita dell'impianto. Da ultimo, in un clima evidentemente intimidatorio, abbiamo vissuto anche la violazione del diritto di sciopero, vedendo gli accordi sindacali interni che ne regolano lo svolgimento interpretati in maniera del tutto singolare".
"La rivendicazione, presentata nel 2019, era articolata su una serie di problematiche di materia normativa ed economica - conclude il segretario - e pian piano, per andare incontro alle richieste aziendali, è stata ridotta all'osso. La garanzia della tutela dei posti di lavoro ed il riconoscimento dell'incrementato carico di lavoro risultano essere essenziali".