Raduno Comunitario per la Giustizia Climatica: l'Italia rappresentata da due Polesani
Da Rovigo a Londra, Vanni Destro e Lucia Pozzato sono due dei 12 cittadini che insieme a Greenpeace Italia e ReCommon hanno intentato una causa civile nei confronti di Eni Spa
Lucia Pozzato (Villadose) e Vanni Destro (Ceregnano) sono tra i dodici cittadini italiani che insieme a Greenpeace Italia e ReCommon hanno intentato una causa civile nei confronti di Eni Spa, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa depositi e prestiti Spa.
Lunedì 25 novembre 2024 sono volati a Londra per un incontro internazionale sulla giustizia climatica che riunirà persone di tutto il mondo che lottano a livello locale per opporsi alle attività delle compagnie di combustibili fossili e fermare la crisi climatica.
Raduno Comunitario per la Giustizia Climatica
Il Raduno Comunitario per la Giustizia Climatica, organizzato da Greenpeace subito dopo la COP 29 di Baku in Arzebaigian, riunisce a Londra dal 25 al 29 novembre i rappresentanti della società civile provenienti dalle regioni del Pianeta più vulnerabili al cambiamento climatico per connettersi, condividere esperienze e sviluppare strategie per resistere ai progetti legati ai combustibili fossili nelle loro comunità.
Durante l'evento di cinque giorni nel Regno Unito, avvocati, artisti, sostenitori e leader di base provenienti dal Medio Oriente, Nord Africa, Sud Africa, America Latina, Sud-est asiatico, Caraibi ed Europa lavoreranno insieme per allineare le richieste di giustizia ed equità basate sulle esperienze vissute dalle comunità più colpite dalla crisi climatica.
Enormi i danni generati dai cambiamenti climatici a cui in Italia hanno contribuito, secondo Greenpeace, le attività di Eni. A maggio dell'anno scorso l'associazione ambientalista ha infatti intentato una causa civile nei confronti del colosso energetico.
L'Italia rappresentata da due Polesani
Fra i dodici firmatari della denuncia, anche i polesani Lucia Pozzato e Vanni Destro che stanno raccontando la loro esperienza.
“Noi siamo stati invitati da Greenpeace International - spiega Destro - a presenziare ad un incontro post Baku Cop29 in cui si parlerà di cambiamento climatico. Noi, tra trivellazioni, subsidenza e il mare che si alza qualcosa ne sappiamo”.
“Il Polesine è riconosciuto come il territorio più inquinato d’Europa - sostiene l'attivista Pozzato - e l'altro motivo per cui siamo stati invitati è perché noi abbiamo fatto causa ad Eni per le emissioni di gas serra.
Il rischio è che le trivelle ripartano nell’Adriatico, noi siamo molto preoccupati per questo ma siamo preoccupati anche per tutte le altre decisioni che le amministrazioni locali e periferiche stanno prendendo. Non vorremmo diventare proprio la discarica del Veneto”.
Eni risponde con querele per diffamazione
Eni ha reagito con querele per diffamazione e, insieme a Cassa Depositi e Prestiti e Ministero delle Finanze, ha eccepito un difetto di giurisdizione contestando la possibilità di procedere con una causa climatica davanti a un tribunale italiano.
Su questo la Corte Costituzionale si esprimerà il prossimo 18 febbraio 2025. Intanto i polesani si preoccupano per le trivelle che potrebbero rimettersi all'opera in Adriatico.