Convento a rischio chiusura, fedeli pronti a tutto: "Non portateci via questo pezzo di cuore"
L'importanza del Convento per la comunità rodigina raccontata direttamente da una cittadina affezionata a questa realtà
(Foto di copertina Wikimedia Commons)
Troppe spese e poche vocazioni rischiano di far chiudere il Convento dei frati Cappuccini di Rovigo. Ma la comunità non si arrende e dai fedeli partono petizioni e arrivano messaggi di solidarietà per i frati.
Convento a rischio chiusura, fedeli pronti a tutto: "Non portateci via questo pezzo di cuore"
Il convento dei frati Cappuccini a Rovigo è una realtà importante per tutta la comunità, ma ora rischia di chiudere a causa delle poche vocazioni (sono solo 12 i frati che lo abitano) e delle troppe spese a cui devono far fronte. Si è in attesa della decisione del Capitolo dell’ordine del triveneto dei frati, che si terrà tra il 24 febbraio e il 4 marzo, in cui si decreterà il destino dei frati rodigini.
Nonostante le difficoltà, i servizi che offre il convento attualmente sono un punto di riferimento per i più bisognosi: i frati gestiscono, insieme ai volontari, la mensa e la chiesa del convento. Ogni giorno sono circa quaranta le persone che si recano dai Cappuccini per la distribuzione dei beni di prima necessità o per usufruire del servizio della mensa.
Il convento, presente a Rovigo dal 1500, è un punto di riferimento non solo per i più bisognosi, ma anche per tutti i fedeli che negli anni hanno conosciuto questa realtà e hanno imparato ad amarla. L'appello per fermare la chiusura del convento arriva proprio da loro: dopo aver lanciato una raccolta firme per chiedere di tenere aperto questo convento, arriva la testimonianza di una rodigina che racconta il proprio legame con questa istituzione.
"Abbiamo bisogno di loro più di quanto immaginiamo"
"Quando ero piccola, mio padre mi accompagnava a volte a passeggiare nel Convento dei Frati Cappuccini di Rovigo… c’era una piccola vasca con i pesci rossi, vicino alla nicchia della Beata Vergine, vicino all' ingresso del Seminario… era un modo per fare due passi, ma anche per far visita a qualche amico del Convento. Ricordo la Chiesa, che mi appariva diversa dalle altre chiese in città, più umile. Agli occhi di una bambina, poi, quella Natività dei Frati era un momento immancabile… diventava l’appuntamento annuale con Gesù che si faceva bambino in una stalla. Una Natività sempre diversa di anno in anno, ma sempre bella nella sua semplicità. Lì si respirava l’aria di sacro, umile, semplice, vero. E come posso scordare quegli occhi azzurri e quel sorriso sempre pronto di Padre Arcangelo? Chi non lo conosceva tra di noi?"
Un legame che inizia sin dall'infanzia, ma che nel tempo non ha potuto che rafforzarsi, anche quando la vita ti porta lontana dalla tua città e dai tuoi affetti.
"Ho viaggiato molto nella mia vita, ma nel tempo vissuto lontano da casa, spesso ripensavo a quella Chiesa, a quel Presepe. Ero lontana ma quelle memorie le avevo care nel cuore. Sono passati diversi anni da allora, e il mio rientro a casa, a Rovigo, mi ha ricondotta inconsciamente proprio in quella Chiesa, ed ho detto dentro di me, entrandovi dopo anni ed anni lontana… ecco, sono a casa!
Si, perché chiunque si trova a casa dentro quelle mura. Entrare in Chiesa dai Frati significa ritrovare noi stessi nel silenzio, riconnettersi in dialogo con Dio, ottenere una parola di conforto nella confessione che ristora e purifica".
Per tutti i fedeli che sono affezionati al convento, la notizia della sua possibile chiusura è stata un duro colpo.
"Quando ho appreso della notizia della (possibile) chiusura del nostro complesso Francescano mi sono sentita colpita dentro. Mi sento parte in causa, elemento della nostra comunità che li rimpiangerà moltissimo se non dovessero più essere tra di noi. Ecco, io non sono nessuno, se non una silenziosa figura che partecipa alla Santa Messa, che porta i suoi bambini a vedere quel Presepe, felice di continuare la tradizione che la affascinava da piccola; una penitente che cerca la confessione. Non sono nessuno, ma vorrei accendere qualche animo ad aggrapparsi con me alla speranza che il Convento possa rimanere aperto, i Frati e le vocazioni possano ritornare e continuare cosi la loro opera nella nostra comunità e per la nostra comunità.
Abbiamo bisogno di loro più di quanto immaginiamo. Siamo tante anime in cerca di conforto spirituale… che lo si voglia ammettere oppure no. Si torna sempre a casa con una parola nel cuore dopo la Santa Messa o la Confessione. Non si può negare che la presenza dei Frati sia stata da sempre una presenza importante per Rovigo, nonostante i recenti cali nelle vocazioni… Ma ciò che mi stupisce e mi fa capire quanto importante sia questa presenza per noi, è il vedere la Chiesa (relativamente) piena, anche alla Santa Messa delle 7.30 di una domenica mattina; alla Santa Messa settimanale delle 9.00, quando si pensa tutti siano impegnati al lavoro. Ho potuto testimoniare in prima persona l’attaccamento dei fedeli a questa piccola e umile Chiesa e ai suoi Frati. Chiudere questa Istituzione sarebbe portare via un pezzo di cuore alla nostra Rovigo. Stringiamoci intorno alla comunità dei cari Frati e facciamo sentire la nostra voce come possibile. Eleviamo una preghiera a Dio affinché ci ascolti, aiuti nelle vocazioni e ci esaudisca.
Credo fortemente che proprio in tempi bui e difficoltosi il Signore operi i Suoi miracoli. Spero di cuore questo sarà uno di quelli".