Coldiretti, Unife e pescatori uniti per pulire i fondali e ripristinare aree marine degradate
L’obiettivo è duplice: sensibilizzare i pescatori, ma anche l’opinione pubblica su questo argomento di attualità e aumentare la consapevolezza in merito all’impatto dei rifiuti.
Si sta avviando a conclusione il progetto “Ripristino di ambienti marini incrementandone la biodiversità con la partecipazione di pescatori", iniziato nel 2020 e che mira a proteggere gli ambienti marini tramite l’aiuto degli operatori della pesca.
Coldiretti, Unife e pescatori uniti per pulire i fondali
I due ‘attori’ principali stanno, ciascuno, svolgendo il proprio ruolo. L’Università di Ferrara, nei scorsi mesi, si è occupata di analizzare e campionare i rifiuti e di relazionare, fornendo i dati necessari al fine di un approfondimento.
Per quanto riguarda Coldiretti Impresa Pesca Rovigo, invece, è tempo di passare all’attività divulgativa e informativa da presentare ai pescatori associati, e non solo.
L’obiettivo è duplice: sensibilizzare i pescatori, ma anche l’opinione pubblica su questo argomento di attualità e aumentare la consapevolezza in merito all’impatto dei rifiuti. Infine si vuole arrivare a disincentivare l’abbandono in mare di reti e attrezzi del lavoro, ma anche di rifiuti domestici da parte delle persone.
Sviluppo sostenibile
Altri attori del medesimo progetto sono stati i sub di Essetre di Vigonza, due cooperative di mitilicoltori polesane e i pescatori di Chioggia.
Il progetto rientra nelle iniziative dello sviluppo sostenibile della pesca e acquacoltura della Dgr. 973/2018 nell’ambito della programmazione Feamp Italia 2014-2020. L’obiettivo è quello di ripristinare aree marine degradate a causa dei rifiuti da pesca e non, presenti sui fondali e ridurre l'impatto delle reti fantasma sulla risorsa ittica. Alessandro Faccioli responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Rovigo ha spiegato:
“I pescatori hanno tutto l’interesse a tenere pulito l’ambiente indispensabile per le loro attività. Non solo i pescatori devono evitare di disperdere rifiuti e di raccogliere quello che trovano per conferirlo nei contenitori posizionati nei porti, tutti dobbiamo cambiare le nostre abitudini per non arrivare a nutrirci di pesci che hanno ingerito microplastiche o nuotare tra isole di rifiuti in mare”.