Braccio di ferro tra Governo e sindaci del Delta sulle estrazioni del gas
I primi cittadini del Basso Polesine non ci stanno e si mettono di traverso. Il ministero rassicura...
Trivelle sì, trivelle no. Gas italiano sì, gas italiano no. E' un vero e proprio braccio di ferro quello che si è innescato tra il Governo e i sindaci del Delta del Po, alla luce delle intenzioni trapelate da Palazzo, che lasciano intendere la volontà di riprendere con le estrazioni di gas dall'Adriatico, anche di fronte al Po, non proprio in Polesine, ma a poche miglia dalle coste della provincia di Rovigo. Troppe poche miglia, secondo i primi cittadini dell'area geografica, tanto da sollevare un vero e proprio coro di "no", secco, senza riserve. Nonostante le rassicurazioni del ministero... Insomma andiamo con ordine, vediamo cosa sta succedendo e, presumibilmente, cosa accadrà nei prossimi giorni o mesi.
Braccio di ferro tra Governo e sindaci del Delta sulle estrazioni del gas
Il Governo Meloni ha lasciato intendere che considera l'opzione di "riaccendere" i motori delle trivelle per estrarre gas dall'Adriatico. Tanto è bastato per provocare una forte presa di posizione da parte dei sindaci del Delta, quelli per intenderci "divisi" tra Veneto ed Emilia Romagna, di fronte al Po di Goro, tra Serravalle in provincia di Ferrara, di Papozze e Santa Maria in Punta in provincia di Rovigo.
Il motivo è semplice: i primi cittadini di quell'area non vogliono più sentir nemmeno parlare di trivelle, a quanto sembra dalle prime dichiarazioni. Sì, perché il Parco del Delta, per esempio, attraverso i suoi referenti ha fatto sapere di essere rimasto dello stesso avviso di qualche tempo fa. Contrari in passato, contrari oggi. Nulla di diverso.
Parco di traverso, insomma, come anche i sindaci dei paesi vicini. L'incubo di tutti, lo sanno bene quelli che hanno delle "lune" in più si chiama subsidenza, "In geologia, movimento della piattaforma continentale o del fondo marino, che tende ad abbassarsi sotto il peso dei sedimenti che gli si accumulano sopra; fenomeno tipico delle aree geosinclinali". In pratica per usare termini semplicistici, la terra affonda. Incubo al quale si aggiunge oggi, diversamente dal passato, anche la risalita del cuneo marino amplificato dai cambiamenti climatici.
Tutto questo ricostruisce quell'immagine di fragilità di un'area geografica alla quale l'attività delle trivelle, anche se a diverse miglia di distanza, secondo i sindaci darebbe il colpo di grazia. Dall'altra parte della "barricata", però, il ministero ha già fatto partire alcune rassicurazioni. Si dice, infatti, che il ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso abbia spiegato che l'eventuale autorizzazione alle estrazioni sarà fornita solo dopo rassicurazioni scientifiche sulla non sussitenza del pericolo subsidenza.