Aggressioni in aumento al personale sanitario: gli infermieri dicono "basta"
La professione infermieristica lancia la campagna “Rispetta chi ti aiuta”
Domenica 12 marzo si è tenuta la seconda “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”. Gli infermieri dicono "basta" alle aggressioni e lanciano un messaggio di aiuto per fermare le aggressioni al personale sanitario.
Aggressioni in aumento al personale sanitario: gli infermieri dicono "basta"
Le mani degli infermieri curano, quelle della violenza distruggono. È un messaggio incisivo quello che lancia la professione infermieristica, attraverso la campagna “Rispetta chi ti aiuta” in occasione del 12 marzo, la seconda “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”.
“A livello nazionale - spiega Denis Piombo, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della provincia di Rovigo - si stima che ogni anno circa 132mila infermieri siano vittime di violenza e nel 75% dei casi siano colpite le donne. Numeri che fotografano una realtà inquietante se si calcola poi il sommerso, cioè le segnalazioni non fatte. Non meno preoccupante la situazione sul territorio veneto e nel Polesine, visto che anche l’anno scorso si sono verificati fatti incresciosi ai danni del personale sanitario, in particolare modo in realtà quali Pronto Soccorso e Medicina, dove gli episodi risultano in aumento, nei reparti di Salute Mentale e nei Servizi per le Dipendenze. In generale, tutte le realtà assistenziali registrano episodi di violenza di natura fisica e verbale. Il tema è stato enunciato in Consiglio Regionale dal nostro Ordine lo scorso anno in rappresentanza di tutti gli Ordini veneti ed è da anni al centro dell’attenzione infermieristica grazie alla campagna di sensibilizzazione “Rispetta chi ti aiuta”.
“Abbiamo accolto con molto piacere - continua il presidente OPI - il potenziamento del Posto della Polizia di Stato presso l’ospedale di Rovigo e l’attivazione della procedura di riapertura del presidio di Adria. Proprio l’anno scorso il nostro Ordine di concerto con l’Ordine dei Medici di Rovigo aveva lanciato l’allarme, auspicando una sinergia concreta con tutte le istituzioni e con le Forze dell’Ordine, a cui va il nostro ringraziamento per gli interventi sempre celeri. La violenza non può riversarsi contro chi ogni giorno si occupa, per professione, della salute della cittadinanza."
"L’impatto negativo - conclude Piombo - che questo grave fenomeno ha sulla sicurezza, sull’assistenza, sull’ambiente e sull’approccio al lavoro è evidente per chi subisce la violenza ma anche per il resto del personale. Come professionisti cerchiamo di adottare strategie comunicative migliorative per prevenire e disinnescare situazioni a rischio, come dimostra il progetto specifico avviato dalla Regione. Chiediamo però rispetto e fiducia, perché non possiamo più tollerare di essere il bersaglio della rabbia e del malcontento, di essere offesi, minacciati o aggrediti fisicamente. Le mani degli infermieri curano, quelle della violenza distruggono”.