Rovigo e Occhiobello

Sequestrate 120 tonnellate di pellet e denunciate quattro persone per frode

Due imprese, entrambe operanti nell’alto Polesine, vendevano pellet spacciandolo falsamente per “certificato”.

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E’ il bilancio di alcuni controlli effettuati la settimana scorsa da alcuni reparti della Provincia di Rovigo a seguito dei quali è stato accertato che due imprese, entrambe operanti nell’alto Polesine, vendevano pellet spacciandolo falsamente per “certificato”.

Sequestrate 120 tonnellate di pellet

In particolare, la Tenenza di Lendinara ha sequestrato 1359 sacchi di pellet, pari a circa 20 tonnellate, riportanti il marchio registrato “FSC”, di proprietà della Forest Stewardship Council A.C., non corrispondente per forma e contenuti a quello previsto dal disciplinare del marchio. Peraltro l’azienda rivenditrice è risultata anch’essa priva di certificazione a suo nome.

È scattato, quindi, il sequestro della partita di merce per il reato di frode in commercio e vendita di prodotti con segni distintivi falsi.

Controllo da un altro rivenditore

Nel corso di un altro controllo eseguito dalla Tenenza di Occhiobello, i finanzieri hanno appurato che un rivenditore di pellet sfuso, privo di certificazione rilasciata dalla società EN-PLUS, ne metteva in vendita, spacciandolo per certificato, un notevole quantitativo privo dei requisiti di tracciabilità dettati dal disciplinare. In questo caso il sequestro ha riguardato circa 100 tonnellate depositato in magazzino e i titolari denunziati per il reato di frode in commercio.

Il pellet di legno è un combustibile rinnovabile prodotto principalmente dagli scarti di lavorazione delle segherie, impiegato sia in sistemi di riscaldamento domestici sia per impianti industriali. Trattandosi di un combustibile raffinato, risulta particolarmente esposto a rischio di danneggiamento durante la movimentazione e il trasporto.

Diversi sono i marchi di qualità presenti sul mercato (fra essi FSC ed EN-PLUS) che, seppure in forme diverse, garantiscono la qualità del prodotto dell'intera filiera, dalla selezione della materia prima fino alla consegna all'utente finale. Tutte le fasi della produzione/commercializzazione sono, pertanto, rigorosamente disciplinate e controllate con lo scopo di far giungere al consumatore finale un prodotto di elevata qualità.

Le imprese interessate, quindi, devono munirsi di un’apposita autorizzazione rilasciata dall’ente proprietario del marchio, in mancanza del quale viene meno la certezza di qualità del prodotto venduto. L’operazione delle Fiamme Gialle rodigine, particolarmente importante per le dimensioni del fenomeno rilevato, si inquadra nelle attività di controllo di polizia economico-finanziaria a contrasto delle frodi e a tutela dell’economia legale, con particolare riguardo a quelle condotte che, oltre a condizionare le regole di mercato e di leale concorrenza, risultano particolarmente insidiose per i consumatori.

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