Primi effetti del decreto sulla stretta alle richieste di cittadinanza: 200 domande di cassa integrazione
Il tentativo di contenimento delle richieste di cittadinanza italiana da parte degli oriundi apre fronti inattesi

Obiettivo della "Italian Citizenship Assistance" (ICA), con uffici a Rovigo (Italia), Los Angeles, Dallas, Memphis, New York City e nella Repubblica di San Marino, dal 2023 è quello di aiutare chi ne avesse titolo, a realizzare il suo sogno di diventare cittadino italiano.
Scopo sociale innovativo
Nel dichiarare questa sua "mission" dal sito aziendale, ICA informa sui vantaggi che la cittadinanza italiana comporta:
"Puoi vivere in Italia senza restrizioni come qualsiasi altro cittadino italiano, oppure puoi scegliere di vivere e lavorare legalmente in qualsiasi altro posto nell'Unione Europea (UE) godendo di tutti i vantaggi associati, come assistenza sanitaria di alta qualità, istruzione a basso costo e molto altro. I nostri anni di esperienza e la nostra conoscenza approfondita della cittadinanza italiana e della legge sull'immigrazione ci hanno permesso di ottenere risultati eccellenti e di aiutare i nostri clienti a realizzare con successo il loro sogno di diventare cittadini italiani".
Italian Citizenship Assistance, team di esperti in doppia cittadinanza, si propone così alle persone di origine italiana che cercano informazioni e assistenza sulla cittadinanza italiana "Jure Sanguinis" (per discendenza), oltre che offrire la sua assistenza per richiedere la cittadinanza italiana "Jure matrimonii" (per matrimonio) e per residenza.
Lo stop inatteso
Tale scopo sociale stava dando i suoi frutti ma oggi, con il Governo che nel mese di marzo scorso ha decretato una stretta sulla concessione della cittadinanza italiana "Jure sanguinis", l'ICA sta seriamente considerando a come poter mantenere o se invocare la Cassa Integrazione Guadagni (CIG) per circa 200 lavoratori.
ICA, ovvero lo Studio Legale dell'Avvocato Marco Pernumian che ha creato ICA, sarebbe uno dei più grandi studi specializzati in pratiche per l’ottenimento della cittadinanza italiana da parte di stranieri, in massima parte del Sud America, con ascendenti italiani.

L'Avvocato Marco Pernumian ha radunato attorno a sé giovani avvocati, specialisti in storia, economia internazionale, genealogia, traduttori e interpreti, quasi tutte giovani donne, aprendo sedi a New York, Dallas, Memphis, Los Angeles, San Marino e Verona, oltre a quelle di Bologna e Madrid dello Studio.
Mai più pensava, l'Avvocato, che le norme italiane su cui aveva fondato l'impresa, piuttosto che di solido basalto fossero d'argilla e facili a soccombere sotto il peso del decreto legge approvato il 28 marzo dal Governo, che prevede che gli italo-discendenti nati all’estero siano automaticamente cittadini italiani solo per due generazioni.
I tentennamenti della politica
La corsa alla cittadinanza italiana, però, soprattutto se l'opportunità veniva presentata come ha fatto ICA, non poteva che generare una mole di richieste tali da mettere in difficoltà molte Amministrazioni comunali i cui Uffici si sono visti nell'impossibilità di assecondare tutto l'iter burocratico conseguente.
La norma, però, anche politicamente sta assumendo connotazioni diverse a seconda che si approvi la stretta dettata dal Governo e la tassa sugli oriundi, a causa degli abusi frequenti che sono emersi nella gestione delle domande, ovvero la si disapprovi in quanto contraria proprio ai discendenti di italiani ritenuti più facilmenti integrabili rispetto a richiedenti che, dopo dieci anni da residenti, "si presentano al Prefetto senza saper fare il giuramento in lingua italiana".
Il decreto dello scorso marzo, peraltro, non ancora convertito in legge, ha avuto l'effetto di fermare le pratiche e tutte le organizzazioni che se ne occupavano.
Le reazioni sindacali
Intanto, come abbiamo detto, il decreto esplica i suoi effetti anche in termini lavorativi come quelli fatti emergere dall'ICA di Rovigo con la richiesta di consultazione per la cassa integrazione a circa 200 lavoratori.
Ad essersi presa a cuore della vicenda è stata, per prima, Elisa Cavallaro, segretaria della Filcams Cgil di Rovigo, che ha chiesto alla Regione Veneto l'apertura dell'unità di crisi. Secondo la Cavallaro, infatti:
"La questione apre un fronte di nuove difficoltà occupazionali, innescate proprio da un decreto del Governo la cui definitiva trasformazione in legge potrebbe addirittura impedire la ripresa delle attività di imprese come l'ICA. Ciò, nel caso del Veneto e di Rovigo, coinvolgerebbe molti giovani in prevalenza donne. Come organizzazioni sindacali cercheremo di attivare tutte le misure possibili per scongiurare una perdita occupazionale del genere”.

La cittadinanza italiana: un ripasso
E, già che siamo sull'argomento, potrebbe essere utile anche ai nostri lettori la sintesi che, quanto al concetto di cittadinanza italiana, riportiamo qui di seguito:
Il termine cittadinanza indica il rapporto tra un individuo e lo Stato al quale l’ordinamento giuridico ricollega la pienezza dei diritti civili e politici. In Italia il moderno concetto di cittadinanza nasce al momento della costituzione dello Stato unitario ed è ancora disciplinato dalla Legge 5 febbraio 1992, n. 91.
La cittadinanza italiana si acquista, di norma, "iure sanguinis", cioè se si nasce o si è adottati da cittadini italiani. Lo "iure soli", è applicato solo a chi nasce in Italia da genitori apolidi, ignoti o impossibilitati a trasmettere la propria cittadinanza al figlio.
La cittadinanza può essere richiesta anche dagli stranieri che risiedono in Italia da almeno dieci anni e dimostrino di avere redditi sufficienti al sostentamento, di non avere precedenti penali, di non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica.
Si può diventare cittadini italiani anche per matrimonio. La 'cittadinanza per matrimonio' è riconosciuta dal prefetto della provincia di residenza del richiedente.
La legge prevede alcuni casi in cui si può perdere la cittadinanza italiana e come riacquistarla su domanda.