Commissione VIA boccia il progetto di Boara Polesine sugli impianti fotovoltaici
Ben 24mila cittadini veneti hanno firmato la petizione contro il fotovoltaico che consuma terreno agricolo.
Dopo il "no" del Comune di Rovigo arriva anche il parere negativo della Commissione regionale per la valutazione d'impatto ambientale al progetto che interessa circa 66 ettari di terreni agricoli a Boara.
Commissione VIA boccia il progetto di Boara Polesine sugli impianti fotovoltaici
Coldiretti Rovigo assieme a Coldiretti Veneto sottolineano le importanti motivazioni che hanno portato la Commissione a rigettare un progetto che avrebbe un impatto ambientale significativo e negativo. Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo ha spiegato:
“Questo parere della commissione si sposa bene con la raccolta firme che abbiamo concluso pochi mesi fa. Ben 24000 cittadini veneti hanno firmato la nostra petizione contro il fotovoltaico che consuma terreno agricolo. Ora questa iniziativa è diventata nazionale e da qualche giorno si stanno raccogliendo le firme dei cittadini di tutte le regioni d’Italia”.
La corsa all’utilizzo del suolo agricolo per far posto ai pannelli va bloccata urgentemente e lo si deve fare con la legge di cui si sta occupando il Consiglio regionale. Sono troppi ormai i progetti che stanno arrivando ai Comuni e alla Regione, da Loreo a Rovigo, da Occhiobello a Canda solo per citare i polesani coinvolti. La legge che auspichiamo venga approvata a breve e che dovrà indicare le aree da salvaguardare dall’invasione dei pannelli è la risposta più giusta alla difesa non solo delle aree agricole, ma anche delle produzioni di qualità, della biodiversità, della bellezza dei paesaggi.
Sindaci contrari agli impianti che consumano aree agricole
Con il parere della Commissione sulla valutazione di impatto ambientale emerge evidentemente il ruolo decisivo che hanno le Amministrazioni Comunali nella difesa dei loro territori. A questo proposito Coldiretti ricorda che si moltiplicano i pronunciamenti di sindaci contrari agli impianti che consumano aree agricole. Anche la Regione, nel suo parere all’impianto di Rovigo, ha riconosciuto che dal territorio è giunta una chiara contrarietà di cui l’amministrazione regionale ha dovuto tenere conto, aggiungendo che “quando si devono prendere decisioni sugli impianti si devono tenere in considerazione gli interessi collettivi della comunità e del territorio perseguendo un corretto equilibrio tra tutela dell’ambiente da un lato e attività economiche, sviluppo e innovazione dall’altro”.
Altrettanto significativo il parere della Sopraintendenza delle Belle Arti che dichiara che “l’impianto di Rovigo altera drasticamente l’assetto fondiario e la corretta percezione del paesaggio agrario”. La provincia di Rovigo segnala invece che il Polesine ha già superato l’obiettivo nazionale per la produzione di energia da fotovoltaico al 2030, denunciando che “la diffusa realizzazione di campi fotovoltaici avrebbe indiscusse e significative ricadute sullo svolgimento dell’attività agricola, storicamente caratterizzante la struttura socioeconomica polesana”.
“Tutto ciò – conclude Salvan - ci lascia ben sperare su un cambio di rotta della Pubblica Amministrazione per salvaguardare, da uno scempio annunciato, il territorio veneto e soprattutto conferma che la nostra battaglia è giusta e sempre più condivisa dalla società. Coldiretti sottolinea quanto sia determinante il parere delle amministrazioni locali su queste progettualità perché il primo livello di giudizio parte sempre dal territorio in cui viene presentato il progetto. Così come ha fatto l’amministrazione di Rovigo che con coraggio si è espressa con parere negativo. Coldiretti concorda quanto sia necessario maggiore impegno sulle energie rinnovabili, ma prima di arrivare a posizionare impianti fotovoltaici su suoli agricoli chiede che si prediligano zone improduttive, tetti e tettoie, aree di servizio e molto altro. L’agricoltura per altro vuole essere protagonista in questo scenario assumendosi la responsabilità – come prevede la proposta di legge regionale – di essere produttrice di energia green in connessione con la propria attività agricola. Ora non ci resta che attendere la legge!”