Un tour pensato per scoprire l’Italia si è trasformato in una piccola storia di solidarietà, grazie alla disponibilità della Polizia Locale di Castelmassa e di un cittadino, Mauro, che hanno aiutato una coppia argentina a raggiungere la terra d’origine dei loro antenati.
Il sogno di vedere il paese del nonno
Tutto nasce a marzo 2025, quando una coppia argentina, lui discendente della famiglia Fioravanti, lei compagna di viaggio e di cuore, decide di programmare la prima visita in Italia.
Tra le tappe irrinunciabili c’era Calto, piccolo centro dell’Alta provincia di Rovigo, dove il nonno Justo Fioravanti, nato nel 1893, visse prima di emigrare nel 1937 in Argentina, nella cittadina di Quitilipi, provincia del Chaco.
Non avendo mai conosciuto il nonno, l’idea di raggiungere il suo paese natale rappresentava molto più di una gita: era un modo per colmare una lontananza lunga quasi un secolo.
Il viaggio e gli imprevisti
Il 15 settembre 2025, partiti da Ferrara con l’intento di trascorrere la mattina a Calto e rientrare in giornata, la prima difficoltà è subito evidente: non esiste alcun collegamento diretto tra Ferrara e Calto. La coppia riesce comunque a raggiungere Sermide in autobus verso mezzogiorno, e da lì, quasi per caso, trova un minibus che li porta fino a Castelmassa.
Ma il tempo stringe, i mezzi pubblici non coincidono, e il ritorno a Sermide è fissato per le 16.00. Sembra tutto perduto.
È durante l’attesa dell’autobus che accade la svolta: passeggiando per il centro, i due entrano negli uffici della Polizia Locale di Castelmassa. Chiedono informazioni e trovano, dall’altra parte del banco, un agente che li ascolta davvero.
La generosità che cambia una giornata
L’ufficiale non si limita a fornire indicazioni: si attiva personalmente per trovare un passaggio privato che possa portarli a Calto.
E così, grazie alla disponibilità di Mauro, abitante del posto, la coppia riesce finalmente a vedere la terra dei propri avi, la casa di famiglia dei bisnonni e la parrocchia dove fu battezzato Justo Fioravanti.
Un percorso semplice per un residente, ma di valore immenso per chi aveva attraversato mezzo mondo per ritornare alle origini.
“Un mondo a volte ostile, ma pieno di persone buone”
Nella lettera inviata alla redazione, l’uomo ci racconta l’emozione e la gratitudine per quel gesto inatteso, sottolineando come:
La nostra esperienza, in un mondo così ostile e individualista, ci fa credere ancora nella gentilezza e nel buon cuore delle persone.
La gentilezza di chi si ferma ad aiutare possa ancora cambiare la giornata, e forse la vita, di qualcuno.