Agli operatori sociosanitari di Rovigo, e non solo, è stato richiesto di restituire fino a 1500 euro dopo che l’Agenzia delle Entrate ha avviato il ricalcolo degli straordinari.
Straordinari non riconosciuti in pronta disponibilità
A seguito della risposta 272/2025 dell’Agenzia delle Entrate, oltre 2000 lavoratori di tutto il Veneto hanno ricevuto una richiesta di rimborso fino a 1500 euro. In particolare, come possiamo leggere nel comunicato, le ore di pronta disponibilità, quelle in cui i lavoratori devono essere reperibili in caso di urgenze, non sarebbero considerate come straordinari.
Di fatto, secondo l’Agenzia, non si può applicare l’aliquota agevolata del 5% poiché non sono ore aggiuntive rispetto al lavoro straordinario “ordinario”, cioè le ore aggiuntive rispetto al contratto di lavoro. Nello specifico, la scelta viene giustificata ai sensi dell’art. 47 del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) del Comparto Sanità:
“Le prestazioni di lavoro straordinario sono rivolte a fronteggiare situazioni di lavoro eccezionali e, pertanto, non possono essere utilizzate come fattore ordinario di programmazione del lavoro e devono rispondere ad effettive esigenze di servizio”.
La risposta dei sindacati
La risposta dei sindacati non si è fatta attendere. Infatti, per la Cisl Fp Padova Rovigo è una lettura sbagliata che sta colpendo infermieri, oss e tecnici sanitari. In particolare, secondo il sindacato, la chiamata durante le ore di pronta disponibilità è per le emergenze e, come tale, deve essere considerata come servizio straordinario.
Inoltre, come ha sottolineato Andrea Ricci, segratario generale Cisl Fp Padova Rovigo, la carenza di personale ricade tutta sugli operatori sociosanitari, che da anni lavorano per coprire “i buchi”. Per di più, al contrario dei precedenti casi, le Aziende Sanitarie hanno sfruttato la decisione dell’Agenzia delle Entrate per richiedere indietro il denaro, senza aspettare un’ulteriore conferma legale.
La Cisl Fp ha richiesto alla Regione Veneto di intervenire per sospendere i recuperi delle Aziende Sanitarie ed ha organizzato degli incontri con i lavoratori in modo da poter garantire i servizi essenziali, come: le sale operatorie, laboratori d’urgenza e unità coronariche. Di fatto, finché la situazione non sarà chiarita, il Sindacato minaccia azioni legali e uno sciopero degli straordinari, che metterebbe in seria difficoltà il sistema sanitario.