Mistero sulla morte di Bruno Sette: interrogati i figli del 76enne
Il corpo del 70enne trovato nel vialetto di casa con ferite alla testa. Gli inquirenti ipotizzano un omicidio mascherato da incidente

Un uomo di settant’anni, Bruno Sette, ex camionista, è stato trovato morto la mattina del 23 maggio 2025 in un vialetto a Donada, frazione di Porto Viro. Il suo corpo giaceva a terra con la testa fracassata, apparentemente colpita da un oggetto contundente. Inizialmente si era ipotizzato un malore, ma le ferite hanno subito indirizzato le indagini verso una possibile aggressione.
L’uomo viveva con i tre figli adulti: Massimo, Kalinka e Thomas. Due di loro sono stati interrogati nelle ore successive, mentre gli investigatori non escludono l’ipotesi dell’omicidio.
Una famiglia in crisi e un dramma annunciato
Il dramma si è consumato in un luogo che avrebbe dovuto essere sicuro: il vialetto davanti alla casa dove Bruno Sette abitava con i figli. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe stato colpito alla testa con un badile. I carabinieri sono intervenuti in prima mattinata e hanno da subito escluso che si trattasse di una morte naturale.
Le indagini si sono concentrate sul contesto familiare, segnato da tensioni, disagio e precedenti. Massimo, il figlio maggiore, pizzaiolo, si trovava agli arresti domiciliari proprio in quella casa e ha avuto in passato diverbi accesi col padre. Thomas, il più giovane, è padre di due figli e ha alle spalle trascorsi di tossicodipendenza. Secondo quanto riportato da più fonti, Massimo è già noto alle forze dell’ordine per comportamenti violenti e problemi psichici.
I due uomini sono stati portati in caserma per essere ascoltati, ma non risultano al momento indagati né in stato di fermo. Gli inquirenti continuano a raccogliere elementi, mentre la scientifica ha eseguito rilievi dettagliati sulla scena.
Una comunità sotto shock, il dolore e le domande
I vicini raccontano che negli ultimi tempi Bruno Sette era diventato schivo, isolato, probabilmente consapevole del clima teso che si respirava in casa. Le visite dei carabinieri erano frequenti, e le tensioni familiari sempre più evidenti. Per molti, il ritrovamento del corpo non è stato una completa sorpresa, ma un epilogo temuto.
L’intera comunità di Porto Viro è stata scossa dall’accaduto. I quattro candidati sindaco hanno deciso di dedicare un minuto di silenzio nelle rispettive chiusure di campagna elettorale, segno di una ferita che ha colpito tutti. Il movente resta ancora sconosciuto, ma è chiaro che questa tragedia ha messo in luce un disagio profondo, familiare e sociale, che ora chiede risposte.
In questo momento di dolore che ha sconvolto tutta la nostra comunità – hanno dichiarato congiuntamente – vogliamo esprimere la nostra vicinanza alla famiglia Sette.
Intanto, le forze dell’ordine continuano a indagare, cercando di ricostruire cosa sia successo quella mattina e chi abbia davvero alzato la mano su un uomo di 70 anni, che con il suo camion aveva costruito ponti per l’Europa, ma che non è riuscito a salvare quello più importante: quello con i suoi figli.