Maxi sequestro di stupefacenti nel Polesine per un valore di mercato stimato in 1.785.000 euro
Sono stati colti nell’atto di gestire un sito di produzione di “cannabis indica”.
Arrestate 11 persone.
Sequestrate 610 piante
ella giornata di lunedì 30 novembre 2020, alle 15.30, a Lendinara, Lusia e Fratta Polesine i militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Prato con l’ausilio dei colleghi del reparto operativo di Rovigo e della compagnia Carabinieri di Rovigo, nel prosieguo dell’investigazioni riferite ai 6 arresti per traffico illegale di “marijuana”, effettuati in Pistoia e Prato il 3 e 7 novembre 2020, con il sequestro di 120 kg circa di stupefacente, arrestavano per “produzione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti aggravata in concorso” Wu Qing Ming, 39 anni, Li Quiang 38 anni, Chen Quiang 47 anni, pregiudicati per reato specifico, Huang Chen Danxiong 66 anni, e Huang Zhi Fang 36 anni tutti nati nel Fujian (R.P.C.) e tutti clandestini senza fissa dimora.
Alle precedenti ore 11.30, durante la perquisizione d’abitazioni ed annessi agricoli a loro in uso esistenti nei menzionati luoghi del basso polesine, venivano colti nell’atto di gestire un sito di produzione di “cannabis indica” costituito da 610 piante vegete in vaso di varie dimensioni nutrite da impianto d’irrigazione e fertilizzazione ed irradiate da 136 lampade allo iodio da 600 W ed impegnati nello stoccaggio e confezione di 25 chili d’infiorescenze di “marijuana”, e nell’essiccazione di altri 20 chili di stupefacente.
Sequestrati 45 chili di marijuana
Il totale della “marijuana” già lavorata in sequestro ammonta a 45 chili per un valore medio di mercato stimato in 315.000 euro. Si è arrivati ai siti di Rovigo, operanti dal maggio del 2020, seguendo le mosse di Li Quiang che era già stato arrestato a prato per stupefacenti nel 2017, sempre dal reparto operativo CC. Questi aveva avuto contatti con i connazionali arrestati il 7 novembre e, con una Wolkswagen “Tiguan”, noleggiata a lungo termine a prato, faceva la spola tra Lendinara e questo capoluogo di provincia. L’attività di pedinamento del soggetto ha portato all’individuazione delle fabbriche di “marijuana” in polesine.
Il processo di maturazione della cannabis veniva accellerato a 2 mesi, rispetto ai 3 dati in natura, sia con l’ausilio di fertilizzazione forzatata con ormoni sia grazie ad un impianto a raggi “uva” da 150 Kwh, funzionate h24 a temperatura ventilata costante di 22 °C.. l’impianto elettrico e’ stato realizzato abusivamente mediante allaccio diretto alla rete di distribuzione dell’energia per un danno stimato in 7.700 euro.
Il “laboratorio di tossicologia forense dell’università di Bologna” ha effettuato un primo esame della sostanza, fortemente nociva (t.h.c. a valore 4/5), valutando che da ogni pianta vegeta si potevano ricavare 150 grammi d’infiorescenze pertanto altri 90 chili di “marijuana” tipo “skunk” erano in fase di produzione e presumibilmente destinati sia al mercato italiano ed a quello del Nord Europa.