Poche iscrizioni alla scuola primaria di Fratta Polesine: la prima classe verrà trasferita, ma i cittadini non ci stanno
Genitori e concittadini hanno firmato una petizione per rivedere la decisione del Dirigente scolastico: "E' inaccettabile che dei bambini non possano frequentare nella loro comunità"
La scuola primaria "A. Oroboni" di Fratta Polesine non avrà una prima classe per il prossimo anno scolastico. Il Dirigente scolastico lo ha comunicato ai genitori lo scorso 6 giugno, spiegando che, a causa delle poche iscrizioni, i bambini dovranno iscriversi e frequentare la scuola primaria di Villanova del Ghebbo. Una scelta che ha fatto molto discutere e ha allarmato i genitori e i cittadini, che prontamente si sono mossi organizzando una raccolta firme per rivedere questa decisione. Ma sarà sufficiente? (Foto di copertina da Facebook)
Poche iscrizioni alla scuola primaria di Fratta Polesine
Il 6 giugno 2023, Nello Califano, il dirigente dell'Istituto Comprensivo di Costa di Rovigo-Fratta Polesine, ha convocato i genitori degli ultimi alunni della Scuola dell'Infanzia di Fratta Polesine presso la sede di Costa di Rovigo. Durante l'incontro, è stata comunicata ai genitori la decisione di non aprire una classe di primo anno nella Scuola Primaria "A. Oroboni" di Fratta Polesine per l'anno scolastico 2023-2024. Invece, i bambini di Fratta Polesine dovranno iscriversi alla Scuola Primaria di Villanova del Ghebbo.
La prima classe verrà trasferita
La decisione è stata presa a causa del basso numero di iscrizioni per il nuovo anno, per formare una nuova classe per la scuola primaria infatti è previsto un numero minimo di 15 alunni. La crescente denatalità e la decisione di molti a iscrivere i propri figli in altre sedi sono le principali cause di questa situazione.
Questa decisione ha alimentato le polemiche e l'indignazione di molti anche sui social, tra questi l'ex-candidato sindaco ed ex-capogruppo di minoranza a Fratta Fabio Bellettato, che su Facebook ha scritto:
"Questa decisione è stata presa senza la condivisione dell’Amministrazione Comunale di Fratta Polesine. Pur essendo a conoscenza del basso numero di futuri allievi era stata chiesta dai genitori una deroga per fare almeno una multiclasse.
Auspichiamo come cittadini, solidali con i genitori del nostro paese, che l’Amministrazione Comunale, che vede uniti in questo problema tutti i Consiglieri Comunali, si prodighi in maniera fattiva per far cambiare questa scelta e per fare in modo che i nostri bambini vadano a scuola nel nostro paese! Alcuni anni or sono un gruppo di illuminati cittadini frattensi raccolse firme perché la dirigenza scolastica ubicata a Fratta Polesine rimanesse nel nostro paese.
La dirigenza fu portata a Costa di Rovigo, con l’approvazione di questo Sindaco. Era solo l’inizio di un amaro e previsto futuro come diceva il Comitato, di altre conseguenze come la chiusura un po’ alla volta delle Scuole del paese, che ora si sta concretizzando. Ma chi verrà più ad abitare a Fratta Polesine se mancheranno oltre a tante altre cose anche le Scuole?"
Gli fa eco l'ex-sindaco di Fratta Polesine, Tiziana Michela Virgili, che commenta così la vicenda:
"Già altri anni nel nostro e in altri paesi si è presentato analogo problema ed è stata trovata una soluzione che ha garantito la frequenza nella scuola locale. Confidiamo ed attiviamoci perché anche per l'anno scolastico 2023 - 2024 questo avvenga, e perché è impensabile depauperare le scuole di Fratta, come è altrettanto inaccettabile che dei bambini non possano frequentare nella loro comunità."
I cittadini non ci stanno: la raccolta firme
Dopo un primo momento di sgomento, i cittadini si sono attivati e hanno organizzato una raccolta firme, inviando una lettera al dirigente scolastico chiedendo di rivedere questa decisione.
Preg.mo Dirigente,
come Cittadini di Fratta Polesine desideriamo esprimere il nostro disappunto per la decisione presa di non avviare la classe prima nella nostra scuola primaria per il prossimo anno scolastico 2023-2024. Il numero ridotto di bambini frutto oltre che della denatalità, anche della scelta di alcune famiglie di iscrivere i loro bambini altrove, deve far riflettere sull'opportunità di ridare linfa ad una offerta scolastica locale, di cui Lei è garante, penalizzata dall'accorpamento degli Istituti comprensivi di Costa di Rovigo - Fratta Polesine, deciso in maniera improvvida dall'Amministrazione comunale nel 2017, a scapito dei bambini e delle famiglie,
Risultato, purtroppo, previsto e scontato, ma non per questo accettabile supinamente, anche per rispetto della storia e della tradizione culturale della nostra Città.
Ed è partendo da tali premesse che, pur nel rispetto di quanto previsto nel DPR 81/2009, ci appelliamo alla facoltà concessale di avanzare motivata richiesta di adeguamento dell'organico, al fine di poter avviare la prima classe nella scuola primaria a Fratta Polesine, nella modalità che riterrà più consona.
La lettera, firmata da 195 cittadini, è stata inviata al Dirigente Scolastico il 15 giugno 2023: "Speriamo portino al risultato atteso", commenta l'ex-sindaco Virgili.
Basterà una petizione?
C'è, però, chi si chiede se basti una raccolta firme per cambiare la situazione. Il problema della denatalità ha radici ben più profonde, legate alle problematiche economiche a cui le nuove famiglie devono far fronte, ma anche ai servizi che un paese può offrire.
Ci scrive un lettore:
"Leggo di una raccolta firme a Fratta Polesine per tenere aperta la prima elementare per il prossimo anno. La legge fissa numeri minimi per tenere in piedi una classe elementare.
Se non ci sono bambini perché le famiglie giovani non sono economicamente messe in grado di farne la scuola chiude. E i migranti che fanno figli anche in condizioni economiche peggiori di quelle degli italiani non li vogliamo nei nostri Paesi, giusto?
Senza scuola i giovani genitori si spostano altrove dove possano più agevolmente avvalersi di strutture adatte alla gestione di eventuale prole.
Con meno abitanti il Paese perde servizi e tale perdita va ad alimentare ulteriori diminuzioni di residenti con minori entrate per le casse comunali sempre più in difficoltà ad eseguire anche i lavori ordinari.
Con meno servizi vanno in difficoltà pure gli anziani. Non si ferma il declino con una raccolta firme, ma con politiche strutturali che sostengano veramente la famiglia( non i bonus bebè per capirci).
Questo vale per i Comuni, ma, soprattutto, per i Governi nazionali e regionali. Se si vuole veramente tenere in vita le comunità locali ci si deve battere per maggiori tutele sociali e di garanzia di servizi a livello nazionale e questo vale per scuola, sanità e ogni altro servizio essenziale."