Iras Rovigo, la Regione tiene duro: "Priorità al servizio e alla salvaguardia del lavoro"
L'assessore Manuela Lanzarin non commissaria la struttura. Ecco le sue dichiarazioni
L'Iras non viene messa in liquidazione: la Regione del Veneto, per voce dell'assessore alla sanità Manuela Lanzarin, ha deciso di tenere in vita la liquidazione intensificando gli sforzi per trovare una soluzione anche se il tempo delle parole e delle mediazioni sembra ormai concluso.
"La difesa dei posti di lavoro è al primo posto"
"L’obiettivo prioritario della Giunta regionale, a prescindere dalle distanze tra le parti, è sempre la salvaguardia dell’indotto occupazionale, del servizio agli ospiti ed alla Comunità di Rovigo ed in tal senso intende profondere gli sforzi delle prossime settimane”
Così Manuela Lanzarin ha specificato nella nota scritta che ha dedicato alla vicenda che sta preoccupando il Polesine e soprattutto i dipendenti dell'istituto. La questione Iras è al centro di un vivace dibattito tra il Comune di Rovigo e la Regione che si rinfacciano a vicenda il mancato mantenimento degli impegni presi.
"Le azioni poste in essere attraverso il Commissario sono state recepite dalla struttura con serenità. Liberate le aree occupate da AUSLL 5 Polesana, I.R.A.S. ha immediatamente riconvertito gli spazi e accolto il numero più ampio possibile di ospiti definiti non autosufficienti, anche se non muniti di impegnativa".
Scintille tra Regione e Comune
"Il ricollocamento degli inquilini - prosegue l'assessore Regionale - è tutto di competenza Comunale, precisando che ATER ha dato ampia disponibilità in tal senso. Quanto al testo dell’accordo di programma, nella versione licenziata dalla Regione, quasi nessun rilevo è stato mantenuto, imponendo alla Regione una nuova integrale revisione. Per contro dopo l’esame dei suoi uffici la Regione ha accolto tutte le istanze del Comune di Rovigo legate alla riqualificazione di Casa Serena.
La proroga del commissariamento - conclude l'assessore - è stata concepita con due finalità: la prima, legata alla dismissione di un centro servizi antieconomico e la seconda, tesa vagliare, definitivamente, se – attraverso l’incasso del credito vantato da I.R.A.S. verso il Comune – si possa ragionevolmente auspicare l’attuazione di un piano di risanamento autenticamente risolutivo della crisi”.