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Reithera ci ritenta: vaccino "italiano" ancora in sperimentazione, ipotesi di produrre quello a mRna in partnership

Il motivo della svolta potrebbe essere legato al fatto che il modello a vettore virale rischia di essere considerato superato dai più tecnologici e moderni vaccini a RNA messaggero che stanno performando meglio contro la malattia.

Reithera ci ritenta: vaccino "italiano" ancora in sperimentazione, ipotesi di produrre quello a mRna in partnership
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Gli scienziati sono coesi nel monito: con il Covid-19 si dovrà convivere ancora. Ovviamente ciò non significa che si vivrà come nell'ultimo anno, i vaccini infatti saranno determinanti per proteggerci e restituirci la nostra libertà, anche se il virus continuerà a circolare. Per questo motivo è sempre più importante poterseli produrre anche "in casa". Motivo per il quale l'Italia ha puntato su Reithera, società biotecnologica romana che sta sviluppando un vaccino contro il Covid-19. A tal proposito le novità sono due: la prima è che l'azienda ha annunciato che il siero nostrano - basato sul meccanismo dell'adenovirus inattivato - potrebbe essere pronto dopo l'estate; la seconda è che l'azienda si apre alla produzione di vaccini più moderni, di tipo mRna.

Il motivo di questa svolta potrebbe essere legato al fatto che il modello a vettore virale rischia di essere considerato superato dalla scelta europea di privilegiare i più tecnologici e moderni vaccini a RNA messaggero che stanno performando meglio contro la malattia (e secondo i primi dati anche contro le varianti). Al momento se ne fa ancora largo utilizzo - si pensi a quanto è stato risolutivo in Gran Bretagna il vaccino di Astrazeneca, basato sull'adenovirus inattivato -  per via della scarsità di dosi. Ma dopo l'estate, ovvero quando Reithera potrebbe essere finalmente pronto, potrebbe già essere superato e non più così necessario...


Reithera guarda al vaccino mRna

Parallelamente allo sviluppo del vaccino che utilizza l’adenovirus inattivato come vettore, Reithera si è proposta per sviluppare anche vaccini ad mRNA, come comunica l'azienda stessa:

"Nel quadro di uno sforzo stimolato e sostenuto anche dal Governo Italiano affinchè sia più ampia e solida la capacita produttiva di vaccini nel nostro paese, Reithera può mettere a disposizione il proprio know how e la propria capacità produttiva per rispondere positivamente ad eventuali richieste di produzione di uno dei vaccini Covid-19 già approvati (di tipo mRna e adenovirus) e distribuiti anche in Italia, sia nel sito di Castel Romano sia attraverso collaborazioni esterne, così come già fa da tempo per altri vaccini".

E ancora:

"A testimonianza del forte impegno nello sviluppo del proprio vaccino GRAd-COV2, spiegano ancora, la Società ha investito, già dal 2020, nell'espansione della officina farmaceutica di Castel Romano attraverso la realizzazione di una nuova area di produzione su larga scala equipaggiata con bioreattori con una capacità complessiva di 3000 litri con un potenziale produttivo annuo tra 50 e 100 milioni di dosi".

Quali differenze?

Adenovirus o mRna, Astrazeneca o Pfizer? Quali sono le differenze?

Vaccini a vettore virale (adenovirus): utilizzano come ‘vettore’ un virus, modificato in laboratorio e totalmente inattivato, capace di portare alle cellule immunitarie l’informazione della proteina Spike, utilizzata dal Sars-Cov-2 per infettare le nostre cellule. Entrando in contatto con la Spike, i linfociti T del nostro organismo si attivano contro di essa: producendo anticorpi specifici; trasmettendo ai linfociti B l’indicazione di sintetizzare quelli definitivi; mantenendo l’informazione per il futuro.  Vaxzevira di Astrazeneca e Johnson&Johnson si basano su questo meccanismo. Così come il vaccino di Reithera GRAd-COV2 che dovrebbe arrivare al termine dell'estate, basato sulla tecnologia proprietaria dell'adenovirus isolato da un gorilla.

Vaccini a mRNa: vengono utilizzate delle molecole di RNA messaggero (mRNA) modificato che, come dice l’espressione stessa, consegnano alla cellula un ‘messaggio’ per sintetizzare, nel caso specifico, la proteina Spike del Covid-19. Entrato nella cellula, dunque, il vaccino fornisce a questa le istruzioni necessarie per la sintesi della Spike, attivando i linfociti T del sistema immunitario, che a loro volta trasmettono ai linfociti i B l’’ordine’ di sintetizzare anticorpi. Poco dopo aver consegnato il messaggio, l’mRNA si degrada naturalmente.  Comirnaty di Pfizer e Moderna si basano su questo meccanismo che, secondo i primi studi, sarebbe anche più efficace contro le varianti.

Si tratta di una tecnologia di ultima generazione alla quale anche Reithera intende aprirsi. 

Vaccino "classico" pronto dopo l'estate

La Presidente di Reithera Antonella Folgori ha spiegato:

"La sperimentazione procede a pieno ritmo con l'obiettivo di proseguire lo sviluppo del vaccino GRAd-COV2. Abbiamo riscontrato una forte adesione e partecipazione allo studio di fase 2, grazie all'impegno dei numerosi centri clinici e sperimentatori coinvolti, al supporto di Invitalia e dell'INMI Spallanzani, oltre alla dedizione del team di ReiThera. L'arruolamento dei 900 volontari si è infatti completato in pochi giorni, e la vaccinazione così come il monitoraggio dei volontari stanno andando avanti come da protocollo nei 26 centri clinici su tutto il territorio nazionale. I dati preliminari di sicurezza ed immunogenicità generati nelle prime settimane dopo la vaccinazione - conclude la Presidente - saranno valutati da un comitato indipendente al fine di promuovere l'espansione alla successiva fase 3".

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