Richiamo alimentare

Salmonella nelle salsicce friulane: ritirate dagli scaffali

Il consiglio è ovviamente di non consumare gli alimenti, anzi, di riportarli al punto vendita.

Salmonella nelle salsicce friulane: ritirate dagli scaffali
Pubblicato:
Aggiornato:

Tracce di salmonella nelle salsicce prodotte dall'azienda Salumificio Coletti Pierino di Udine: ecco il numero di lotto segnalato dal Ministero della Salute.

Salmonella nelle salsicce

Il Ministero della Salute ha appena emesso tre richiami alimentari riferiti ad altrettante categorie di prodotti dell'azienda Salumificio Coletti Pierino & C. Snc. Si tratta di salsicce (sfuse, mignon, piccanti o in vaschetta che presentano tracce di salmonella. Il consiglio è quello di non consumare il prodotto e di riconsegnarlo al punto vendita. Il numero di lotto indicato è 21072.

  1. SALUMIFICIO COLETTI PIERINO & C. SNC - O.S.A. COLETTI CORRADO - SALSICCIA MIGNON S/V, SALSICCIA PICCANTE S/V, SALSICCIA IN PASTA S/V
  2. SALUMIFICIO COLETTI PIERINO & C. SNC - O.S.A. COLETTI CORRADO - VASCHETTA ATM, SALSICCIA PICCANTE VASCHETTA ATM, SALSICCIA PASTA ATM
  3. SALUMIFICIO COLETTI PIERINO & C. SNC - SALSICCIA SFUSA, SALSICCIA MIGNON SFUSA, SALSICCIA PICCANTE SFUSA, SALSICCIA PASTIN

Informazioni generali sulla salmonella

La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche.

È stata segnalata per la prima volta nel 1886, in un caso di peste suina, dal medico americano Daniel Elmer Salmon. La salmonella è presente in natura con più di 2000 varianti (i cosiddetti sierotipi) ma i ceppi più frequentemente diffusi nell’uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium.

Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee (S. typhi e S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere), in cui l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. typhimurium e la S. enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica.

Le salmonelle non tifoidee, responsabili di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinali, sono una delle cause più frequenti di tossinfezioni alimentari nel mondo industrializzato.

Le infezioni da Salmonella spp. possono verificarsi nell’uomo e negli animali domestici e da cortile (polli, maiali, bovini, roditori, cani, gatti, pulcini) e selvatici, compresi i rettili domestici (iguane e tartarughe d’acqua).

I principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati dagli animali e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati) e l’ambiente (acque non potabili) rappresentano i veicoli di infezione.

Sintomi

La gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea) fino a forme cliniche più gravi (batteriemie o infezioni focali a carico per esempio di ossa e meningi) che si verificano soprattutto in soggetti fragili (anziani, bambini e soggetti con deficit a carico del sistema immunitario).

I sintomi della malattia possono comparire tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione di alimenti contaminati (ma più comunemente si manifestano dopo 12-36 ore) e si protraggono per 4-7 giorni.

Nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso benigno e non richiede l’ospedalizzazione, ma talvolta l’infezione può aggravarsi al punto tale da rendere necessario il ricovero. Le salmonellosi nell’uomo possono anche causare lo stato di portatore asintomatico.

Terapia

Nella maggior parte dei casi, l’infezione da salmonella si presenta in forma lieve e si risolve da sola nel giro di pochi giorni. In questi casi il consiglio è di non contrastare il fenomeno diarroico, poiché è il naturale meccanismo di difesa usato dall’organismo per espellere i germi.

Di norma per la salmonella è sufficiente adottare una terapia di supporto: somministrazione di soluzioni orali reidratanti (che servono per compensare l’acqua e i sali persi con il vomito e la diarrea), fermenti lattici e probiotici.

Nonostante la salmonella sia un’infezione batterica il ricorso agli antibiotici viene sconsigliato, poiché potrebbe allungare i tempi di persistenza delle salmonelle nelle feci o indurre resistenza. L’ospedalizzazione e l’uso di antibiotici sono indicati solo nei casi gravi (con sintomi extraintestinali), nei neonati al di sotto dei 3 mesi di età e in soggetti con malattie cronico-degenerative.

Seguici sui nostri canali