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Quelli dell'inceneritore, invece di bruciare la droga... la rivendevano

E' successo in provincia di Pavia, dieci persone sono finite ai domiciliari.

Quelli dell'inceneritore, invece di bruciare la droga... la rivendevano
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Avrebbero dovuto bruciare la droga sequestrata, invece avevano trovato un modo più remunerativo per "sbarazzarsene": la rivendevano. Dieci persone sono finite nei guai a Pavia  per furto aggravato in concorso e spaccio di sostanze stupefacenti.

Dipendenti rubano la droga sequestrata da distruggere... poi la rivendono

Come racconta Prima Pavia, l’attività investigativa delle Forze dell'ordine, iniziata a  ottobre 2021,  ha portato ad individuare dieci soggetti, che sarebbero responsabili di aver sottratto e rivenduto nel tempo ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti destinate alla distruzione. Si tratta di  dipendenti di una nota società che gestisce un inceneritore  a Parona, nel Pavese: da quanto emerso   sembrerebbe che siano riusciti a  impossessarsi dello stupefacente che le Forze dell’Ordine, periodicamente, portavano presso l’inceneritore al fine di procedere alla distruzione. 

I pacchi intercettati sul nastro trasportatore e poi rivenduti

La particolare conformazione dei nastri trasportatori dello stabilimento, che conducono ai due forni di incenerimento, non consentiva alle Forze dell’Ordine di seguire l’intero tragitto dello stupefacente. Dettaglio che ha consentito ai soggetti arrestati di intercettare i pacchi contenenti la droga durante il loro tragitto sul nastro e, attraverso manovre e diversivi perfezionati e collaudati nel tempo, suddivisi in gruppi, riuscivano a  impossessarsene occultandolo in zone nascoste dello stabilimento.

Solo in seguito, alcuni di loro, grazie a contatti sul territorio, riuscivano a sbarazzarsi dello stupefacente, rivendendolo a terzi e spartendosi poi i ricavati.

 

I sequestri

Al termine dell’attività sono stati sottoposti a sequestro:

  • Circa 2 chili di hashish;
  • Circa 27 chili di Marijuana;
  • Circa 1 chilo di sostanza da taglio;

Gli investigatori ritengono sia altamente probabile che la presente indagine rappresenti solo l’inizio e che possano rivelarsi ben presto ulteriori sviluppi.

Dieci persone ai domiciliari

L’operazione si è conclusa con l’emissione di dieci ordinanze di custodia cautelare e applicazione della misura degli arresti domiciliari a carico di 8 italiani, un marocchino e  un albanese, tutti residenti nella provincia di Pavia (tranne uno che abita nel Milanese) e tutti incensurati.

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